L’opera di costruzione dello statuto comunale dovrà costituire una straordinaria opportunità di rinnovamento del rapporto tra cittadini ed istituzioni.
Sono convinto che l’evento storico teso a fondere due città complesse debba trovare nello Statuto una discontinuità ed una innovazione nella lettura della sussidiarietà.
In questo senso, partendo dall’imprescindibile riaffermazione della pari dignità istituzionale e costituzionale di Regioni, Province e Comuni, come membro della Commissione Giustizia e bilancio dell’Osservatorio Permanente ritengo utile tentare di enucleare alcune linee di riferimento per possibili contenuti di innovazione autonomistica dello statuto comunale: spetta in primo luogo allo statuto dettare norme di principio e di funzionamento della Città che vadano oltre il concetto di Comune-apparato, per dare vita invece, ad un comune come Ente di governo politico di un sistema a rete, istituzionalizzando il metodo e gli organi di una reale concertazione.
Prevedere norme di principio che riconoscano con chiarezza ruoli e compiti del comune, recependo i principi di sussidiarietà, differenziazione, unicità e adeguatezza dell’amministrazione.
Va affrontato con particolare sensibilità il tema della collaborazione tra i comuni che costituiscono l’ambito territoriale della Sibaritide e i rapporti fra gli altri ambiti territoriali contermini, anche quelli compresi in altre realtà Provinciali; norme di principio di contenuto ordinamentale finanziario per la costruzione di un nuovo modello integrato di finanza locale.
Sul versante dei controlli occorre introdurre significative innovazioni a partire dalla legge n. 213 del 7.12.2012.
In tema di procedure di programmazione è auspicabile che le norme dello Statuto reimpostino i modelli consolidati “a cascata”, ovvero fortemente generalizzati, riconoscendo viceversa strumenti programmatori definiti in coerenza con la concertazione interna ed esterna. É opportuno, anche, prevedere l’istituzione di un Osservatorio comunale sull’attuazione dei programmi (a partire dal D.U.P. – Documento Unico di Programmazione).
Si parla di complessità, essa va indagata. Il progetto politico da costruire deve fondarsi su fondamentali solidi e sostenibili.
Si indicano in via di principio due fondamentali: l’amalgama culturale e sociale della comunità, la complessità del territorio, a partire dalla struttura policentrica e della vastità (in assoluto i primi in Calabria, al ventinovesimo posto in Italia).
Ciò premesso, occorre chiedersi cos’è uno statuto comunale? A che cosa deve servire? Cosa è necessario prevedere perché non lo si trasformi in una carta dei sogni? Quali i soggetti protagonisti della stesura della proposta? Quali contenuti vanno codificati (obbligatori, facoltativi, improponibili)? Quale tecnica occorre rispettare? Qual’è la collocazione dello Statuto nel sistema di governo dell’Ente? Cosa non può prevedere?
Essendo lo Statuto un modello di normazione sull’organizzazione dovrà costituire una opportunità per condurre una attenta analisi del contesto nel quale opera l’ente locale, una valutazione più ampia possibile delle dimensioni strutturali organizzative.
A tal riguardo ritengo opportuno riportare all’attenzione della Commissione statuto alcune domande:
– Quali le forme di decentramento comunale?
– Come si intenderà tutelare i diritti dell’infanzia e dei giovani (assumere la convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia, approvata dall’ONU)?
– Come promuovere l’integrazione etnica e sociale degli immigrati?
– In che modo materializzare l’articolo 118 della Costituzione facendo vivere il principio di sussidiarietà in senso orizzontale?
– Si ritiene opportuna la possibilità di istituire la Consulta per l’economia locale?
-Si intende recepire nello Statuto, in quanto compatibili, le disposizioni del D.Lgs. 150/2009 e ss.mm. ed ii., in particolare l’articolo 19/bis?
– C’è una linea di codifica del programma di governo verso i cardini stabilito dallo statuto?
– Ritenete necessario e sufficiente affermare il principio della responsabilità e della distinzione delle funzioni?
In riferimento alle su poste domande ritengo doveroso rimandare ad alcune attività seminariali adeguatamente abbinabili all’asse tematico proposto:“Il piano territoriale di sviluppo”,“Una città Democratica e partecipata”,“Il comune tra vecchio e nuovo modello organizzativo”, ed infine porre l’attenzione sui beni comuni: acqua e rifiuti: “Un patto virtuoso tra amministrazione e cittadini”.
SANDRO FULLONE – Osservatorio permanente sulla gestione e gli effetti della Fusione