Longobucco, dodici indagati per il ponte crollato

La procura di Castrovillari ha chiuso l’inchiesta sul crollo del Viadotto Ortiano II a Longobucco, avvenuto il 3 maggio 2023. Dodici persone sono state iscritte nel registro degli indagati. L’inchiesta, guidata dal procuratore capo Alessandro D’Alessio e dal pm Veronica Rizzaro, si concentra su gravi errori nella progettazione, nei controlli e nell’esecuzione dell’opera.

Quel giorno, le forti piogge causarono l’ingrossamento del fiume che attraversava il ponte, già a rischio a causa di uno smottamento registrato da Anas. Dopo un anno dall’incidente, sono iniziati i lavori di demolizione e ricostruzione. L’assessore regionale Maria Stefania Caracciolo aveva rassicurato che il nuovo ponte sarà pronto entro i primi mesi del 2026.

Le accuse si concentrano sulla scelta di modificare il progetto originario, riducendo i micropali di fondazione da 32 a 15, aumentando così il rischio idraulico. Gli indagati, tra cui membri della commissione di gara, progettisti, dirigenti Anas e collaudatori, sono ritenuti responsabili di aver approvato modifiche senza adeguate valutazioni tecniche.

Secondo la procura, la ditta aggiudicataria avrebbe presentato un progetto esecutivo difforme rispetto alla bozza approvata, eliminando elementi strutturali essenziali. I responsabili Anas avrebbero omesso i controlli, non richiedendo la documentazione necessaria e non disponendo ispezioni adeguate.

Anche la commissione di collaudo è sotto accusa: avrebbe validato l’opera senza segnalare le modifiche sostanziali. Le visite ai cantieri, che già segnalavano cedimenti, non portarono a interventi.

Tra gli indagati figura anche un professore universitario, che avrebbe difeso la scelta iniziale durante un interrogatorio, sottolineando che poi il progetto fu modificato senza il rispetto del disegno esecutivo approvato.

Il disastro, secondo l’accusa, è la somma di decisioni superficiali, omissioni e gravi negligenze che hanno compromesso la sicurezza dell’intera infrastruttura.

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