Corigliano Rossano – La stimata mia docente, la prof De Gennaro, invitava noi tutti, per una più attenta comprensione del testo e per una sua chiara analisi, ad indagare sul corretto significato dei termini. Così oggi posso certamente dire che distruggere è il contrario di creare, valorizzare, riqualificare, rigenerare, rivitalizzare, recuperare, risorgere. A consolidare tale considerazione dei termini si erge l’attuale normativa in materia di beni culturali e paesaggistici costituenti il patrimonio culturale. E posso con sicurezza affermare che oggi tutelare il nostro centro storico, recuperandone l’abitato, rappresenta il focus del mio intervento in Consiglio Comunale.
Lo stesso invito, di una corretta comprensione del significato dei termini utilizzati, lo rivolgo ai nostri Amministratori locali, soprattutto all’Assessore ai Lavori Pubblici Tatiana Novello che per quanto riguarda i PinQua avrà la più grande responsabilità politica, sia in caso di esito positivo, sia in caso di esito negativo, di tutta la programmazione e di tutta la fase di realizzazione. A dire la verità nel Consiglio Comunale del 6/12/2021 abbiamo riscontrato un tantino di confusione, sulla fase progettuale, all’interno dell’intervento dell’Assessore Novello.
Se cercassimo sul vocabolario “Treccani” troveremmo sia il significato della parola “valorizzare”, sia tutti i suoi “sinonimi” e “contrari”. Il contrario della parola “valorizzare” è appunto “distruggere”. Non è possibile, per la lingua italiana, “valorizzare” un bene immobile o un centro storico passando da una fase di “distruzione” o peggio ancora di “sventramento”.
Programmare un intervento di valorizzazione dei centri storici, anche solo strutturale, significa riportare in vita l’identità territoriale che ha creato un preciso scorcio di borgo antico, ovviamente rendendolo adeguato alle sfide e all’esigenze di un mondo 4.0. Non possiamo semplicemente pensare di portare avanti un’opera di riurbanizzazione selvaggia, guardando solo alle quotidiane e attuali esigenze, sperando che basti creare parcheggi per incentivare una residenzialità nei centri storici, senza tenere in considerazione, responsabilmente, il passato del nostro territorio ed eventuali sviluppi di esigenze e sensibilità future che potrebbero essere molto diverse da quelle attuali.
E’ vero, c’è un grande ritorno ad una residenzialità giovanile, di coppia, all’interno dei centri storici e non è sicuramente collegato ad una modernizzazione forzata, incompatibile con i percorsi storici culturali che ci hanno preceduto e che sicuramente ci supereranno. I giovani tornano nei centri storici perché a differenza del passato apprezzano il patrimonio storico, artistico e valoriale che i borghi antichi conservano in sè stessi.
In Italia abbiamo numerosi centri storici ripopolati e riqualificati, che non solo non hanno provveduto a modernizzare selvaggiamente la viabilità ma che addirittura hanno precluso quasi totalmente l’accesso al trasporto su gomma. Basta guardare al centro storico di Orvieto per studiare un progetto di riqualificazione che integra perfettamente la storia con una fase di innovazione.
Abbiamo numerosi esempi di progetti di valorizzazione anche all’interno della nostra Regione, anche all’interno della nostra provincia, basti guardare al progetto “I live Vaccarizzo”, in fase di sviluppo appunto a Vaccarizzo di Montalto, che parte proprio dalla riscoperta degli antichi rapporti umani che sono alla base dei rioni storici.
Per questi motivi non possiamo pensare di abbattere parte dei Vasci, rione madre del centro storico dell’area urbana di Corigliano, semplicemente per agevolare il passaggio dei mezzi su gomma senza prevedere una riqualificazione urbana che punti alla identità del nostro Centro Storico, sicuramente in chiave moderna. Non possiamo assolutamente intervenire all’interno dei centri storici senza prima approvare il PSA (Piano Strutturale Associato), insomma il nuovo PRG, che al proprio interno conserva proprio gli strumenti di programmazione territoriale essenziali, il Piano Paesaggistico e il Piano di Valorizzazione delle Aree Storiche.
Gli strumenti non servono solo a garantire una progettualità futura ad un grandissimo investimento, come i PinQua rappresentano, ma servono anche a garantire la condivisione politica/amministrativa ed evitare che una progettualità di 45.000.000€, che tanto potrà migliorare o peggiorare il nostro territorio, non diventi un atto di imperio unilaterale di una politica che nulla ha dimostrato dopo quasi 3 anni ai nostri cittadini e al nostro territorio.
Non vogliamo partire prevenuti ma il confronto sul tema all’interno dell’ultimo Consiglio Comunale non ci ha soddisfatto e ci ha lasciato non poche perplessità. Per questo chiediamo di mettere ordine agli strumenti amministrativi prima che il Ministero dei Beni Culturali bocci, come è già successo nel 2009, nuovamente il progetto.
Francesco Madeo
Corigliano-Rossano in Azione