Mettiamoci un Punto. Un’espressione che in contemporanea indica il termine di un fenomeno tragico che attanaglia la nostra società, il femminicidio, e la tecnica del ricamo, il punto con cui si indica una serie più o meno lunga di passaggi che hanno lunghezza, inclinazione e relazioni tra loro ben precise, la base attraverso la quale si dà vita a opere d’arte straordinarie che mettono insieme creatività, manualità e forza di spirito. Questo è il motto dell’associazione culturale Lo Specchio di Cropalati che, in collaborazione con l’Istituto Comprensivo Beato Bennardo di Cropalati, ha organizzato un doppio momento di sensibilizzazione per un 25 novembre che sia tutto l’anno. Con il contributo fattivo del gruppo di donne cropalatesi “Un filo che unisce” (che si sono già distinte in passato per le loro strabilianti creazioni messe in mostra lungo le strade e nelle piazze in occasione del Natale e di altre festività importanti dell’anno), la mattina del 25 novembre si è tenuta la sfilata in corteo partita dalla scuola fino al bivio di Sant’Antonio sulla cui rotonda sono stati allestiti i lavori artigianali del gruppo che simbolicamente hanno omaggiato alla forza delle donne e hanno ricordato le vittime di violenza in una mostra temporanea dei manufatti con rigogliose rose rosse che scorrono copiose da un cesto, che colpiscono l’occhio e il cuore. A questa giornata, ne è seguita un’altra il 6 dicembre, nella quale, in collaborazione con il Centro antiviolenza Fabiana Luzzi dell’associazione Mondiversi e il patrocinio dell’Anas, si è tenuto un momento di discussione e convegno presso il Teatro comunale di Cropalati. Il tema è stato l’educazione alla non violenza e lo slogan di tutto è stato “Mettiamoci un Punto!”.
Il dirigente scolastico Giovanni Aiello ha inaugurato la giornata salutando i presenti, ha riconosciuto l’importanza di momenti di discussione in luoghi formativi come quelli della scuola e ha ribadito la forza della comunità scolastica che vede insieme i comuni di Cropalati, Paludi e Caloveto, che in queste occasioni si riuniscono in possibilità crescita collettiva. È poi seguito l’intervenuto del parroco di Cropalati, don Luigi Grillo, che ha mostrato la vicinanza della Chiesa ai bisogni della comunità, invitando i piccoli studenti a interagire come sono abituati a fare con la parrocchia di riferimento, in qualsiasi caso di richiesta di aiuto sanno che possono trovare oltre la porta della chiesa un luogo di accoglienza e di ascolto. Il professore Luigi Felicetti, docente facente funzioni, ha presentato man mano i lavoretti svolti da tutti gli studenti della scuola mostrando gli slogan e le frasi che sono state scritte sugli striscioni dagli alunni più piccoli e le declamazioni dei motti e delle frasi scelte dagli alunni più grandi, insieme alle riflessioni che sono state argomentate dagli studenti della secondaria di primo grado. Un lavoro collettivo che mostra come la comunità sia sensibile a questi temi, dando il proprio contributo nella società, riconoscendo però nel valore della piccola comunità una forza che permette di vivere senza casi di cronaca e che non fa registrare, con grande sollievo, fenomeni di questo tipo.
Il Centro antiviolenza Fabiana è stato presentato da Angela Cutrì, educatrice della casa rifugio, e della psicologa Francesca Converso. Operando nel vicino comune di Corigliano-Rossano, il centro è punto di riferimento per tutto il territorio e in qualsiasi situazione di emergenza Intervengono per aiutare le donne e i bambini in difficoltà. Esemplare l’attività delle case rifugio che sono luoghi di accoglienza per le donne vittime di violenza insieme ai loro figli minori. La psicologa Converso ha dato alcuni riferimenti circa la possibilità di poter riconoscere le prime avvisaglie di situazioni emergenziali in famiglia e in altri luoghi descrivendo quelli che possono essere elementi di allarme e ha dato la possibilità di riflettere sull’uso della lingua che spinge a comportamenti di diseguaglianza tra i due generi, quindi contro gli stereotipi e contro le cattive abitudini linguistiche che non favoriscono l’inclusione e la parità. A questo argomento si sono collegati le forze dell’ordine nelle figure del Maresciallo Comandante Gianluca Perrone e della marescialla Francesca Scatigna, che sono il centro di legalità e di controllo del circondario, in uno spirito di collaborazione con la comunità che si sente protetta e vicina alle forze dell’ordine sempre disponibili alle esigenze del territorio, soprattutto a favore dei più piccoli. Alla fine, è intervenuta Erminia Madeo, che come operatrice culturale del territorio ha parlato di quanto sia importante l’aspetto culturale nella questione per combattere ad arginare il fenomeno e a favorire il cambiamento collettivo soprattutto attraverso una nuova sensibilità che prenda vita dalla giusta consapevolezza delle emozioni.
Questo è possibile tramite la scrittura e la letteratura come strumento di educazione ai sentimenti, poiché le storie e le fiabe e la fantasia in generale sono in grado di insegnare più efficacemente e di dare il senso ai bambini e ai ragazzi di quello che è lo spirito di socialità. Solo attraverso la vera conoscenza di sé si può imparare a gestire le proprie emozioni e a viverle in armonia con gli altri. Il responsabile dell’associazione Lo Specchio, Fabrizio Grillo, si è detto di soddisfatto del lavoro che è stato svolto dalle donne del gruppo, in collaborazione con la comunità, perché è solo attraverso una cittadinanza attiva che la crescita culturale e sociale può avvenire, senza questo spirito associativo nulla è possibile. Giornate di questo tipo vogliono essere dimostrazione della presenza sul territorio delle piccole comunità che fanno sentire la propria voce e che non vogliono essere dimenticate, anzi vogliono essere considerate il punto di forza di tutto il circondario, mettendo a disposizione le loro conoscenze e le loro abilità. Un grande messaggio di speranza arriva da una testimonianza diretta, una donna vittima di violenza che è stata ospitata dalla comunità di Cropalati scappata da una situazione di pericolo. La donna, di origine argentina, è fuggita dal Nord Italia da una situazione di violenza familiare e ha trovato nelle istituzioni e nelle forze dell’ordine di Cropalati degli alleati (mentre altrove le è stato negato aiuto e il suo appello è rimasto inascoltato) con due figli a carico oggi vive all’interno del paese e cerca di ritrovare e ricostruire la serenità che ha perso. Grazie soltanto all’attenzione delle istituzioni locali può sperare di riprendere in mano la sua vita e immaginare un futuro sereno per lei e i suoi figli. E lei lo immagina proprio qui in Calabria dove ha trovato una comunità accogliente e persone in grado di ridarle fiducia nell’essere umano.