Il problema dell’accoglienza-immigrati, pomo della discordia anche nei piccoli comuni dell’Alto Jonio. In realtà il problema dell’accoglienza che finora ha coinvolto soprattutto Amendolara per la presenza massiccia di migranti, ora sta interessando anche i piccoli comuni interni. E’ per esempio il caso di Nocara dove l’ipotesi dell’accoglienza-immigrati, appena affacciatasi, ha preso a far discutere ed a creare incomprensioni e polemiche sia tra il sindaco e i suoi concittadini, che tra il sindaco stesso ed i propri avversari politici. In realtà nei giorni scorsi, in presenza di un flusso migratorio che non si arresta e che certamente è destinato ad aumentare con l’arrivo della bella stagione, il Prefetto di Cosenza, al fine di scongiurare un arrivo indiscriminato di migranti, ha convocato i sindaci dei comuni inferiori a 2mila abitanti (Canna, Nocara, Castroregio…) e proposto loro l’istituzione di piccoli Sprar con un numero di immigrati proporzionato agli abitanti. A questo punto il sindaco di Nocara Francesco Trebisacce, volendo utilizzare il metodo dell’ascolto, ha convocato i suoi cittadini e, utilizzando una serie di argomentazioni e forse anche un po’ di retorica quando ha accennato alla migrazione degli italiani, ha cercato di convincerli ad accogliere nella comunità al massimo una decina di migranti. I Nocaresi però non hanno voluto sapere ragioni e, con argomentazioni diverse, ma soprattutto per una questione di sicurezza, si sono rifiutati, lasciando abbastanza deluso il primo cittadino che invece era favorevole. Ma l’assemblea popolare ha finito per ri-attizzare la polemica tra lo stesso sindaco ed il capogruppo di Minoranza IdM Maria Antonietta Pandolfi, secondo cui il No dei Nocaresi per il sindaco «è stato una vera tragedia, un’autentica sconfitta delle sue argomentazioni velate di ipocrisia nel momento in cui ha tentato di “strizzare” i cuori dei presenti con il racconto degli italiani emigrati in America 100 anni fa che, – ha scritto la Pandolfi – in America come in Germania, in Svizzera come in Argentina, erano costretti a vivere in quelle condizioni… e che erano lì non certo a vivacchiare ma a sudare 7 camicie per un tozzo di pane: Italiani con la I maiuscola, costretti a vivere nei containers e in baracche gelide di appena 10 mq., costretti a subire ogni angheria – ha commentato l’esponente di IdM invitando il sindaco a chiedere loro scusa – pur di sopravvivere. Un capitolo amaro della storia di quegli italiani e di quanti ancora oggi ne portano il ricordo…». Andando oltre la polemica col sindaco, la signora Pandolfi ha spiegato che la decisione dei nocaresi non ha alcuna forma di razzismo. «Anzi, – ha aggiunto – per le condizioni in cui vivono molti Nocaresi, fra lavoro che manca e difficoltà finanziarie del comune, sono stati onesti e consapevoli di non poter offrire nulla a quanti già soffrono, senza nessuna prospettiva di vita, se non il vivacchiare sordo che nessun uomo e nessuna donna dovrebbe subire. Rimane dunque – ha concluso Maria Antonietta Pandolfi spedendo al mittente quanti hanno parlato di egoismo bigotto e miope – oltre alla seria e oculata decisione del popolo, solamente che il sindaco e il suo esecutivo prendano posizioni ufficiali in tal senso, anche nei confronti di strutture ricettive private presenti sul territorio nocarese…».