Mirto Crosia. Pubblico attento al volume “Crosia, Storia e vicende di un grande Ducato” di Franco Emilio Carlino

MIRTO CROSIA. Storia, cultura e buona musica sono stati i fili conduttori della serata di presentazione della ricerca storiografica Crosia, Storia e vicende di un grande Ducatodi Franco Emilio Carlino, presso il Kursaal Minigolf sul Lungomare di Mirto-Crosia, lo scorso 25 agosto.

Il volume, edito da Luigi Pellegrini Editore, affronta tematiche storico-culturali riguardanti Crosia e il territorio circostante. Un minuzioso lavoro documentario non fine a se stesso, principio che l’autore valida in ogni operazione di dialogo con il pubblico: la scoperta e riscoperta delle proprie origini e la presa di coscienza delle radici si deve declinare con naturalezza e forza in un risveglio della comunità, in una partecipazione attiva culturalmente e civicamente.

Dopo i saluti istituzionali portati ai presenti dall’avvocato Paola Nigro, Assessore alla Cultura della Città di Crosia, si è intavolato un discorso sui contenuti più salienti del libro; l’autore è stato coadiuvato dallo studioso del luogo Pierpaolo Cetera, dall’arte in musica dell’Istituto Donizetti di Mirto e del maestro Carletto Lucisano.

Nel corso della conversazione l’autore Franco Emilio Carlino, mandatoriccese di nascita, rossanese di adozione, ma già cittadino di Crosia negli anni ʼ70 ha spaziato poi sulle più disparate e correlate trame delle altre sue opere: dalla genealogia dei Mandatoriccio, titolari del feudo, ai Toscano e Sambiase, famiglie coinvolte nella storia e nelle vicende feudali che hanno riguardato il vasto e complesso impianto feudale delle Cinque Terre, avendo appunto il Ducato di Crosia pertinenza sui feudi di Caloveto, Calopezzati, Pietrapaola e Mandatoriccio.

Una visione d’insieme che Carlino ha da sempre proposto partendo dall’analisi della storia, per poi giungere ad una sua attualizzazione: allontanare il basso Jonio dall’inutile e datato campanilismo e dal discorso localistico potrebbe generare un reale rinnovamento economico, sociale e culturale del territorio tutto. Viene da sé che la fruizione delle risorse sia subordinata alla conoscenza delle stesse: in tale direzione l’Assessore ha asserito la volontà di veicolare nelle scuole la storia del Ducato.

Un patrimonio identitario ancora poco conosciuto quello che lo storico ha dispiegato nel suo libro e nella serata, ad un pubblico attento e curioso, che sicuramente è tornato a casa con più cognizione di quello che sono stati i propri luoghi, di ciò che rappresentano e di cosa potrebbero essere adesso, se gli abitanti si riprendessero dignità, restituendola dunque, anche ad essi.

Virginia Diaco

 

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