Muore “l’ultimo brigante”, una vita spesa nella natura della sua solitudine

È morto Ottavio Forciniti, meglio conosciuto da tutti come “l’ultimo brigante“.

Nato il 21 Maggio del 1959 in completa povertà, rimase orfano a 5 anni. Ottavio era l’ottavo di sette fratelli, da qui il nome.

Una vita fatta di stenti cambiata dopo la morte dei genitori, con le scorribande insieme agli amici e la perdita del suo primo vero amore, avvenimenti che lo hanno cambiato per sempre.

Un ordine di cattura per via di un tentato omicidio organizzato in giovinezza, e di cui si è sempre definito pentito, ritenendolo un grave errore del passato, lo costringe a vivere in esilio per otto lunghissimi anni nascosto nella montagna dell’entroterra calabrese, di cui ne conosceva ogni angolo.

Poi, dopo l’esilio passato nei boschi come un “animale selvaggio”, nascondendosi di giorno e riparandosi nelle grotte la notte, la vicenda giudiziaria si chiude.

La sua vita era fatta del duro lavoro dedicato alla “Transumanza” delle sue vacche di razza podolica, portate al pascolo nei pendii scoscesi della Sila Greca, nei boschi che circondano Longobucco.

Aveva deciso di vivere quindi in solitudine, al solo riparo di una grotta illuminata e riscaldata dalla fiamma di qualche candela.

Amava la tranquillità, i versi degli animali e il rumore della natura. Fino alla fine, Ottavio, desiderava un mondo con più umanità.

Eugenio Forciniti

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