I FATTI La vicenda ha origine nel 2012, quando la moglie dell’imputato decide di querelare il marito accusandolo di non versare a lei e ai figli le somme che il Tribunale, in sede di separazione giudiziale, aveva stabilito per il mantenimento. Da qui l’apertura del processo, durante il quale è emerso che, successivamente alla separazione, l’uomo aveva versato solo poche centinaia di euro a fronte di una richiesta di arretrato di oltre 30mila euro.
IL PROCESSO Nel corso del processo, la difesa dell’imputato è riuscita a dimostrare come nessuna responsabilità potesse ravvedersi in capo al proprio assistito, comprovando come i mancati versamenti non fossero riconducibili ad una cosciente e volontaria omissione, ma conseguenza di uno stato di oggettiva impossibilità a far fronte a quelle che erano le statuizioni del Giudice. In sede di discussioni finali, concludendo la propria arringa, l’avvocato Raffaele Meles ha chiesto al Tribunale di assolvere l’imputato. All’esito della camera di consiglio il Tribunale ha assolto D.M. dal reato ascrittogli per non avere commesso il fatto.
Il reato contestato all’imputato, contemplato dal nostro codice penale all’art. 570 bis, è punito anche con la reclusione (Comunicato stampa).