Omicidio Portoraro, Cgil: fatto gravissimo, serve segnale forte

flavio stasi
omicidio portoraro
Giuseppe Guido

Omicidio Portoraro, la Cgil invoca la riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica e un segnale forte dello Stato.

Ieri a Villapiana – afferma Giuseppe Guido, segretario generale Cgil Pollino Sibaritide Tirreno – un fatto gravissimo che non può lasciarci indifferenti: l’omicidio di un boss della malavita, con gravissime dinamiche (gli spari in strada, il luogo prescelto per l’esecuzione, le armi utilizzate,…) sono un chiaro segnale di come, in questo territorio, potrebbe essere in pieno corso una guerra di ‘ndrangheta.

Già da tempo la Cgil Pollino Sibaritide Tirreno ha individuato la “LEGALITÀ” quale investimento necessario a far ripartire il Paese; riteniamo, infatti, la legalità un efficace strumento per scardinare il “sistema”; bisogna prevedere investimenti in conto capitale da utilizzare per rafforzare la presenza dello Stato; realizzare nuovi investimenti in risorse umane utili a rinvigorire organici, oggi insostenibili e troppo esigui, in mezzi e strumenti, per migliorare le attività ordinarie e sviluppare una rete territoriale di intelligence; tutto per opporre serio contrasto alla criminalità con efficienti strutture dello Stato (caserme, tribunali, ma anche strutture di servizi).
Tutto perché DOVE LO STATO ARRETRA LA MAFIA CRESCE.

Non si può più aspettare!
Si riunisca con urgenza il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, si assicurino alla giustizia mandanti ed esecutori.
Serve oggi dare un segnale forte con investimenti mirati a garantire i presidi dello Stato nei territori così da attuare azioni di contrasto e repressione delle attività criminali.

Identifichiamo un’altra priorità nella costruzione della CULTURA della legalità attraverso specifici percorsi di formazione che coinvolgano le nuove generazioni; cresca e si sviluppi sempre più la consapevolezza che “ci deve essere anche una rivoluzione culturale che deve partire dal basso, dai giovani, dai cittadini, dalle politiche sul lavoro, dal cambiamento di mentalità dei giovani che devono iniziare fin da piccoli a mettere da parte la mentalità della raccomandazione e del favoritismo come modalità per raggiungere i loro obiettivi” (Nino Di Matteo, Magistrato)

(comunicato stampa)

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