PALUDI Ci vorranno anni per rivedere i reperti trovati nell’area archeologica di Castiglione ancora conservati nelle casse del museo di Reggio Calabria, alcuni dei quali esposti in quello di Sibari. La questione torna ad essere sollevata dall’ex amministratore Palmino Maierù piuttosto attento sul punto: «Il Comune di Paludi dice da un decennio di volere aprire il museo per esporre i più significativi ma finora non ha avviato la pratica al Ministero dei Beni Culturali per averli in comodato. Nessuna Amministrazione comunale fino ad oggi ha manifestato concretamente la volontà e, quindi, ha adottato una dichiarazione in merito che è il primo atto amministrativo dell’iter necessario all’ottenimento dei reperti. Poi, dopo, ci vorranno sicuramente documenti ed altri adempimenti che il Ministero chiederà per concretizzare il tutto. Ciò significa che se la richiesta viene avanzata adesso passeranno ancora anni per vederli esposti. A Paludi i “soldi” per Castiglione stanno arrivando da tempo – non quanto ne bisognano – ma buona parte è sprecata. Per esempio fra il 2004-2008 sono stati male utilizzati dal Comune 300.000 € per sistemare l’edificio all’interno dell’area archeologica mai sfruttato invece di uno di proprietà nell’abitato di 500 mq. per come previsto nella richiesta originaria. Considerato ora che i lavori nei locali siti nel centro urbano dove dovranno essere esposti i reperti sono stati recentemente completati con fondi europei, l’Amministrazione Baldino adotterà subito questa delibera? Che ognuno si assuma le proprie responsabilità! Quando i reperti, frutto degli scavi soprattutto degli anni Cinquanta e poi Settanta-Duemila, troveranno una degna esposizione ed i visitatori potranno finalmente goderseli?». E’ incredibile come anche nella suddetta ordinanza sindacale si faccia riferimento allo svuotamento del torrente Acqua del Fico e non ad una sua piccola parte così come di fatto è stato effettuato! Attendiamo (ancora per poco) una risposta esaustiva”.