Non posso tacere, come pastore. Ogni silenzio sarebbe complicità colpevole.
Nel Catechismo della Chiesa cattolica si legge: “La prostituzione offende la dignità della persona che si prostituisce, ridotta al piacere venereo che procura. Colui che paga pecca gravemente contro se stesso: viola la castità, alla quale lo impegna il Battesimo e macchia il suo corpo, tempio dello Spirito Santo”.
Papa Francesco, durante il colloquio con i giovani al collegio Maria Mater Ecclesiae, a Roma, ha affermato: “La tratta e la prostituzione sono crimini contro l’umanità, delitti che nascono da una mentalità malata secondo cui la donna va sfruttata”.
Mentre denuncio da cristiano e da pastore della nostra Chiesa locale altre forme di illegalità diffusa come il lavoro nero e l’usura, il caporalato e il pizzo, la ludopatia e lo spaccio smisurato delle sostanze stupefacenti, rilevo che esiste una interconnessione stretta tra tali fenomeni illegali e ‘ndrangheta che, come affermò anche il Santo Padre nella sua visita, condiziona con prepotenza i rapporti civili per il guadagno ad ogni costo.
Le vie e le piazze dei nostri paesi, dopo essere state defraudate quasi completamente del modo semplice e spontaneo di stare insieme, si impoveriscono della pietà del cuore, per essere occupate dalla violenza che mina alla base le nostre radici culturali.
Il nostro è un popolo che ha la gioia di vivere e che conosce il rispetto per ogni persona con i suoi diritti inviolabili ed innegabili.
A tutte le donne che si prostituiscono o che vengono prostituite desidero ripetere che la comunità cristiana, la Chiesa, è disponibile a soccorrere chi decide di sottrarsi alla sopraffazione di cui è vittima, spesso inconsapevole, per intraprendere un percorso di riabilitazione sociale, difficile, ma possibile.
A Voi, Rappresentanti delle Istituzioni, chiedo di convocare al più presto un tavolo programmatico per concordare interventi di vigilanza e presidio delle strade volto ad offrire gli aiuti necessari.
✠ Francesco Savino
Vescovo di Cassano all’Jonio