Protesta Coldiretti al Brennero contro i falsi prodotti “Made in Italy”: presenti oltre 200 agricoltori calabresi

Oggi e domani, al confine di Stato del Brennero, maxi-manifestazione organizzata dalla Coldiretti con lo slogan “No Fake in Italy”. La protesta si concentra sulla crescente presenza di falsi prodotti “Made in Italy” che invadono il mercato europeo. «Il Brennero – afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini – è un luogo simbolo per il passaggio dei falsi prodotti made in Italy che invadono il nostro mercato ed è da qui che rilanciamo la nostra battaglia sulla trasparenza dell’origine in etichetta che è un diritto dei cittadini europei».

L’obiettivo della manifestazione è sensibilizzare sulle gravi conseguenze che questi prodotti hanno sulla salute dei consumatori e sul futuro delle aziende agricole italiane. Alla protesta partecipano migliaia di persone, tra cui 200 agricoltori calabresi, pronti a difendere l’autenticità del cibo italiano.

Un episodio particolarmente significativo è stato reso noto da Franco Aceto, presidente della Coldiretti Calabria, che ha raccontato di come durante le verifiche alla frontiera sia stato intercettato un tir carico di ben 21 tonnellate di patate provenienti dalla Germania, destinate a un’azienda industriale nel crotonese. «Patate lavorate a stick e gratinate, precotte e surgelate, che magari poi per esaltarne la qualità venivano presentate come patate della Sila. Un danno alle nostre produzioni di qualità», ha dichiarato Aceto, sottolineando il pericolo che simili pratiche comportano per l’agricoltura locale.

Questa iniziativa, però, non si ferma qui. «Un’azione, questa della Coldiretti, che continuerà anche domani, resa necessaria dagli arrivi incontrollati di alimenti dall’estero che spesso non rispettano le stesse regole di quelli nazionali e fanno così concorrenza sleale alle nostre produzioni facendo crollare i prezzi pagati agli agricoltori», ha concluso Prandini. La Coldiretti, dunque, continua la sua battaglia per garantire etichette trasparenti e una maggiore protezione delle produzioni italiane.

Virginia Diaco

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