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Quel fenomeno tutto nuovo del “lavoro grigio”

Contrasto ai fenomeni di irregolarità, in difesa dei diritti dei lavoratori e a tutela di tutte quelle aziende sane che rischiano di essere pesantemente penalizzate da forme di concorrenza sleale che “inquinano” il mercato.
Accanto al lavoro nero, da tempo ormai si sta consolidando una nuova piaga: il cosiddetto “lavoro grigio” che, ammantato di una parvenza di legalità, nasconde forme di sfruttamento nel rapporto di lavoro, nella paga e nello svolgimento dell’orario di lavoro. Con retribuzione inferiore, quindi, a quella che appare sulla busta paga e un orario di lavoro di gran lunga superiore a quello previsto dalla normativa.
Lo sfruttamento si sta, in sostanza, affinando.
Quasi una sorta di “evoluzione” che cela fenomeni e mentalità ancora difficili da debellare.
Fondamentale diventa quindi l’azione sinergica di tutti gli organismi al fine di monitorare l’andamento del mercato del lavoro e far emergere tutte le situazioni sommerse che frenano lo sviluppo.
Questa la finalità del Cles, il Comitato per il Lavoro e l’emersione del sommerso, che ha redatto un’apposita relazione per l’anno 2015, sulla base dei risultati dell’attività di vigilanza che ha interessato tutti i settori. Il documento è stato presentato dal Dirigente della Direzione Territoriale del Lavoro di Cosenza Giuseppe Patania, che presiede il Cles, alla presenza dei rappresentanti di tutte le istituzioni, delle parti datoriali e sindacali facenti parte dell’organo.
Nell’ambito delle iniziative di vigilanza promosse dalla Direzione Generale dell’Attività Ispettiva del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali congiuntamente al Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro, la Direzione Territoriale del Lavoro di Cosenza e il Gruppo Carabinieri per la Tutela del Lavoro di Napoli, congiuntamente ai Carabinieri del NIL della stessa Direzione del Lavoro, nel I e nel III trimestre del 2015, hanno svolto una specifica azione ispettiva nel territorio della Sibaritide, volta al contrasto del lavoro sommerso e/o irregolare in agricoltura durante le campagne di raccolta degli agrumi e delle pesche.
L’intervento effettuato durante la raccolta degli agrumi si è svolto in due distinti periodi. Il primo dal 20 al 23 gennaio, nel corso del quale sono state ispezionate 14 aziende, di cui 9 irregolari (il 64%).

Le posizioni lavorative verificate, invece, sono state 105, di cui 58 irregolari e 33 totalmente a nero (il 57%).
I provvedimenti amministrativi adottati sono stati 66 e l’importo delle sanzioni accertate pari a € 144.760,00. I provvedimenti penali, invece, sono stati 144, con ammende erogate a seguito di prescrizione per complessivi € 740.019,00.
Per l’impiego di lavoratori a nero superiore al 20% della forza lavoro presente, inoltre, è stata sospesa l’attività imprenditoriale a 6 aziende. Il secondo, invece, si è svolto dal 10 al 13 febbraio, e ha comportato la verifica di altre 18 aziende agricole, di cui 15 irregolari (l’83,33%). Le posizioni lavorative verificate, invece, sono state 65, di cui 54 irregolari (il 72%) e 30 totalmente a nero (il 55,56%).
I provvedimenti amministrativi adottati sono stati 91 e l’importo delle sanzioni accertate pari a €137.000,00.
I provvedimenti penali, invece, sono stati 107, con ammende erogate a seguito di prescrizione per complessivi € 555.452,80. Per l’impiego di lavoratori a nero superiore al 20% della forza lavoro presente, inoltre, è stata sospesa l’attività imprenditoriale a 7 aziende.
Anche per la campagna di raccolta delle pesche, l’intervento è stato programmato in due distinti periodi, segnatamente dal 27 al 31 luglio e dal 24 al 28 agosto.
All’esito delle operazioni sono state ispezionate 37 aziende, di cui 32 irregolari (il 96,97%).
Le posizioni lavorative verificate in fase di accesso, invece, sono state 226, di cui 174 irregolari, con 38posizioni totalmente in nero. I provvedimenti amministrativi adottati sono stati 110 e l’importo delle sanzioni accertate pari a € 176.355,00. I provvedimenti penali, invece, sono stati (per infrazione/lavoratore) 155, con ammende erogate a seguito di prescrizione per complessivi € 632.677,2. Per l’impiego di lavoratori in nero superiore al 20% della forza lavoro presente, inoltre, è stata sospesa l’attività imprenditoriale a 2aziende.
Sempre in agricoltura, nell’ultimo trimestre del 2015, lo scorso 10 novembre, proprio nell’ambito di un’iniziativa promossa dal Cles, è stata effettuata un’attività di vigilanza interforce (DTL, Carabinieri e Guardia di Finanza) volta al contrasto del lavoro sommerso e del caporalato. L’operazione ha visto impegnati 27 uomini tra ispettori del lavoro, militari del NIL, carabinieri e finanzieri. Nei controlli effettuati, sono finiti complessivamente sotto la lente di ingrandimento 20 aziende, di cui 16 irregolari (l’80%).
Le posizioni lavorative verificate, invece, sono state 107, di cui 40 irregolari e 13 totalmente a nero.
Tra i lavoratori in nero si è registrata, inoltre, la presenza di uno straniero privo del permesso di soggiorno. Sono stati constatati, altresì, 19 casi di fornitura illecita di manodopera.
Nel mese di dicembre, è stata effettuata pari attività con la Polizia di Stato. Nel corso dei controlli, sono state ispezionate 8 aziende di cui 7 irregolari. Le posizioni lavorative verificate in fase di accesso, invece, sono state 58, di cui 40 irregolari, con 10 posizioni totalmente in nero, di cui 2 stranieri senza permesso di soggiorno. I provvedimenti amministrativi adottati sono stati 10 e l’importo delle sanzioni accertate pari a €18.000,00. I provvedimenti penali, invece, sono stati (per infrazione/lavoratore) 32, con 1 sequestro.

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