Rende, i testimoni: “Prima di precipitare, Marco ha urlato un nome”

suicidio-rendePrima di cadere dal quarto piano del suo appartamento e impattare al suolo, Marco Santoro avrebbe urlato un nome. A dichiararlo sono i testimoni della tragedia consumatasi ieri a Rende che ha visto la morte di un cariatese di 20 anni e il ferimento, in maniera non grave, di un ragazzo rossanese (http://www.ecodellojonio.it/tragedia-a-rende-giovane-universitario-precipita-dal-quarto-piano-e-muore-ferito-coinquilino/). “Mi ha rovinato….. (nome e cognome)…..mi ha rovinato la vita” avrebbe gridato il giovane; e ancora “prima mi ci hai fatto abituare ed ora non vuoi darmene più”;   parlando probabilmente al telefono con i genitori, avrebbe detto “ho fatto un casino” e “se mi succede qualcosa non è per una delusione d’amore, ma perché non voglio andare in galera.
Le persone che loro malgrado hanno assistito al dramma, dicono di aver visto Marco sul balcone in evidente stato di agitazione fino a quando il ragazzo avrebbe oltrepassato la ringhiera, rimanendo appeso in un primo momento con le gambe, quindi con una mano. Poi la rovinosa caduta in strada, il trasporto d’urgenza all’Annunziata, purtroppo risultato vano, dove Marco è deceduto.
A nulla sono valsi i soccorsi – a detta dei testimoni – tempestivi, allertati dall’altro giovane con ferite d’arma da taglio. Marco, serratosi in casa, ha reso quasi impossibile l’intervento immediato dei vigili del fuoco che non sono dunque riusciti ad evitare in tempo il consumarsi della disgrazia. Pare, inoltre, che un vigile abbia tentato di ammortizzare la caduta del ragazzo, ma senza successo. Gli inquirenti continuano ad indagare.

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