Tra gli effetti della chiusura del tribunale di Rossano le tante vittime rimaste senza un posto di lavoro. Dell’ex Ordine forense rossanese circa 200 avvocati hanno deciso di non rinnovare l’iscrizione tentando di trovare strade alternative. I famosi 18 addetti alla vigilanza e sicurezza, a cui da qualche mese è terminato il sussidio di disoccupazione, da oltre un ventennio in attività presso l’ex Palazzo di giustizia, oggi abbandonato a se stesso, sono stati costretti a sciogliere la cooperativa di riferimento perché è venuta meno la principale committenza. Quel che resta del minimo indotto commerciale a Viale Santo Stefano ha avuto un abbattimento di circa il 70/80% delle entrate. Di tutto questo allo Stato poco importa, anzi, l’indifferenza non solo delle istituzioni ma anche di una certa classe dirigente e sindacale è sconcertante. E quel che è peggio è che c’è chi insiste con un cinismo ai limiti dell’umanità.
Nelle ultime ore il Giudice del lavoro Franco Santoro ha emesso un’ordinanza nei confronti dell’Ordine degli Avvocati di Castrovillari che annulla il licenziamento operato ai tempi della chiusura del tribunale di Rossano di un’addetta alla biblioteca a causa dell’accorpamento dell’Ordine di Rossano a quello di Castrovillari. La donna, con figli, si ritrovò d’un tratto senza lavoro. Il marito? Uno degli addetti alla vigilanza, anch’egli finito in strada e senza occupazione. Una tragedia familiare di Stato! L’ufficio di difesa della lavoratrice ha lamentato l’illegittimità del licenziamento per insussistenza del giustificato motivo addotto, vantando di fatto il diritto alla prosecuzione del rapporto di lavoro alle dipendenze del Coa di Castrovillari subentrante. In sostanza è stata dimostrata la continuità delle attività svolte dal Coa, che ha assorbito l’ex ordine forense di Rossano. Il principio in pratica è quello del passaggio diretto e immediato considerata la continuità tra i due analoghi soggetti giuridici, in questo caso ente non economico. Da qui il ricorso al rito del lavoro Fornero, per cui anche per gli enti pubblici si applica l’articolo 18 legge 300/70, anche solo con un solo dipendente a carico. Il Giudice Santoro ha dunque ordinato al Coa di Castrovillari di reintegrare immediatamente la ricorrente nel posto di lavoro ed ha condannato l’Ordine di Castrovillari al risarcimento di una indennità commisurata alla retribuzione globale a partire dalla data di licenziamento effettiva. Per la lavoratrice una boccata d’ossigeno, anche se, da quel che trapela i vertici dell’Ordine del Pollino sarebbe intenzionati ad appellarsi contro una povera vittima innocente che paga lo scotto di ritrovarsi senza un posto di lavoro, lei e il marito, grazie alla grande riforma epocale sulla giustizia. Che ha previsto la chiusura del Tribunale di Rossano, ancora oggi, senza una valida e plausibile motivazione almeno in rapporto al mantenimento in vita di altri presidi di giustizia della stessa provincia di Cosenza, più piccoli e meglio collegati con il capoluogo bruzio.
Non a caso si ipotizza l’esistenza di “carte false”. Il tutto in mano da oltre un anno al Consiglio superiore della magistratura e da poco tempo al Capo dello Stato.