Ospedale spoke, l’odissea del “Guido Compagna”

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Le gravi anomalia dell’Ospedale spoke Corigliano- Rossano funzionalmente accorpato ma così come concepito assolutamente inefficiente.
Il tutto sulla pelle dei pazienti, vere vittime di un sistema fatto di protezioni, clientele, favoritismi.
Manca una visione d’insieme, organica, che miri ad elevare i livelli qualitativi di assistenza. E, in alcuni casi, non è un problema di fondi o di mancati investimenti ma semplicemente di organizzazione del lavoro. Come si può, in uno stato di emergenza (episodio accaduto nelle ultime ore presso il “Guido Compagna” di Corigliano) intervenire in emergenza in sala chirurgica e, allo stesso tempo, inviare mentre il paziente è sotto i ferri i prelievi presso il laboratorio analisi di Rossano e attendere gli esiti? Si sta parlando del più grosso centro urbano della Sibaritide, senza voler far pesare necessariamente, a tutti i costi, il dato demografico. La situazione è a livelli di emergenza.
E i vertici aziendali ne sono ampiamente a conoscenza. Spunta una nota interna datata novembre 2016 firmata dai camici bianchi del “Compagna”, ai limiti della disperazione. Da allora ad oggi nulla è cambiato.
A insorgere sono i medici di chirurgia del presidio ospedaliero. Costoro parlano di «turni lavorativi e di pronta disponibilità asfissianti, ai limiti della legalità».
Ma, l’aspetto più grave, è il mancato supporto assistenziale in materia di chirurgia emergenziale. Siamo quindi all’assurdo.
«Noi chirurghi non sempre possiamo usufruire dei servizi di radiologia e laboratorio analisi per motivi a dir poco inammissibili. Considerata l’attività chirurgica di urgenza, e non, e di p.s., siamo costretti spessissimo a ricorrere alla cosiddetta teleradiologia, e questo succede proprio nei giorni in cui abbiamo la guardia attiva per ricoveri e sala operatoria, e/o inviare la chimica clinica al laboratorio di Rossano, per non parlare poi della situazione della cardiologia. Tenendo anche in considerazione l’enorme lavoro che i nostri radiologi si sobbarcano ormai da tempo per la loro atavica carenza, riteniamo che è ormai improponibile ed insostenibile una situazione del genere. L’ospedale del più grosso centro urbano della provincia di Cosenza non può mancare di una radiologia attiva 24 ore su 24, né del laboratorio analisi.
Dove sono gli operatori di questi settori di due ospedali soppressi? Per quanto riguarda la teleradiologia le direttive nazionali stabiliscono che in caso di necessità essa va attuata dalla periferia al centro spoke e non viceversa. Stiamo rischiando molto sia in dignità professionale sia dal punto di vista medico-legale dovendo attendere tempi lunghissimi per avere referti radiologici urgenti o esami di laboratorio o Ecg regolarmente refertati». Ma non finisce qui. «Capita spesso di non potere avere diagnosi diagnosi chirurgiche in tempi brevi e regolari, dovendo trasportare in ambulanza presso altro presidio ospedaliero pazienti anche critici e urgenti (traumatismi vari, addomi acuti e altro) per effettuare indagini radiologiche ecografiche indispensabili ai fini terapeutico/chirurgici, ritardando un eventuale intervento chirurgico urgente». Per tutte queste ragioni veniva richiesto l’immediato ripristino del servizio di radiologia e di laboratorio analisi, così come sempre stato. Sono trascorsi ben 7 mesi da questa missiva, da allora ad oggi nulla. E l’esasperazione è ormai alle porte. L’auspicio è che a partire dai prossimi giorni si possa assumere consapevolezza della gravità delle situazioni denunciate.

(fonte: La Provincia di Cosenza)

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