Rosario Livatino, un modello di giustizia e coraggio per le future generazioni | VIDEO

A Corigliano Rossano, la mostra dedicata a Rosario Livatino, giudice beato e martire della giustizia, diventa occasione per riflettere su valori essenziali come il coraggio, la lotta contro la paura e il bisogno di figure esemplari nella società. Attraverso le voci delle istituzioni, della scuola e della magistratura, emerge il messaggio potente di un uomo che, con il suo esempio, ha indicato una via per affrontare le contraddizioni e le difficoltà del nostro tempo. L’evento si è tenuto presso l’Auditorium dell’IIS Polo Liceale – “LS-LC-LA” di Rossano dove è stata inaugurata la mostra “Sub tutela Dei. Il giudice Rosario Livatino”, una iniziativa che mira a far conoscere e valorizzare la figura di Rosario Livatino, magistrato siciliano assassinato dalla mafia nel 1990 e beatificato nel 2021. La mostra, visitabile dal 18 al 22 novembre, è stata realizzata nel 2022 e si propone come un importante strumento di sensibilizzazione contro la criminalità organizzata. All’evento inaugurale hanno preso parte numerose autorità locali e rappresentanti delle istituzioni. Tra i presenti: il direttore della Scuola Diocesana Mirella Pacifico, la vicaria Iolanda Barone in rappresentanza del dirigente del Polo Liceale Alfonso Perna, il sindaco di Corigliano-Rossano Flavio Stasi, il referente della mostra in Calabria Antonio Mazza, il presidente dell’Ordine degli Avvocati Nicoletta Bauleo, il comandante del Reparto Territoriale dei Carabinieri Marco Filippi, il comandante della Guardia di Finanza capitano Sergio Minervini, il vicequestore del Commissariato di Polizia di Stato Gaetano Tedeschi, l’arcivescovo di Rossano-Cariati Maurizio Aloise, don Antonio Macrì referente del progetto e Stella Pizzuti, docente del Polo Liceale di Rossano. A coordinare i lavori il giornalista Antonio Iapichino. La mostra si sviluppa attraverso un percorso suddiviso in quattro sezioni, composto da 35 pannelli accompagnati da un file audio e quattro file audio-video che approfondiscono i momenti più significativi della vita del giudice.

 

Esempio di coraggio per le nuove generazioni

 Flavio Stasi, sindaco di Corigliano Rossano, ha sottolineato l’importanza di Livatino come riferimento per le giovani generazioni: «Si è parlato molto di coraggio e paura. Ogni tempo ha le sue contraddizioni, ma chi fa il proprio dovere attraversa queste difficoltà e diventa un riferimento. Livatino ha saputo trasformare il quotidiano in esempio, mostrando che la coerenza e l’impegno possono vincere sulle contraddizioni e le paure del proprio tempo». L’importanza del coraggio emerge come punto cardine per il sindaco: «Non servono eroi o martiri, ma persone che svolgano il proprio lavoro con coscienza e senso di giustizia. Livatino ci insegna che il coraggio non è assenza di paura, ma la capacità di superarla facendo ciò che è giusto». Paura, omertà e necessità di testimoni credibili: Mariella Pacifico, direttore della Scuola Diocesana, ha messo in luce il valore educativo del messaggio del giudice: «Non è facile testimoniare i propri valori in una società che spesso ci spinge a conformarci. Ma proprio questo è l’atto di coraggio che vogliamo trasmettere agli studenti: essere sé stessi, senza lasciarsi condizionare da chi ci sta intorno. La mostra vuole educare al coraggio di andare oltre l’omertà e la paura». Secondo Pacifico, la scelta della scuola come sede della mostra non è casuale: «La scuola è il luogo ideale per trasmettere questi valori, perché educa non solo alle competenze, ma alla persona. Livatino ha dimostrato che l’umanità è il fondamento di qualsiasi impegno serio nella società».

Più Livatino nelle istituzioni

Antonio Mazza, giudice onorario del Tribunale di Crotone, ha evidenziato come l’attualità di Livatino risieda nel suo approccio umano e rigoroso: «Non dobbiamo pensare a un supereroe, ma a un uomo che ha vissuto con coerenza la sua umanità e la sua fede. Oggi più che mai avremmo bisogno di figure come lui, capaci di affrontare con serietà ogni situazione, dal condannare con giustizia al saper stringere la mano a chi è di fronte. Questo approccio è ciò che manca in molti ambiti, non solo nella magistratura». Sull’annoso tema della corruzione, Mazza ha sottolineato l’importanza dell’educazione: «Il problema è degli individui, non solo del sistema. Mostre come questa aiutano a formare giovani più consapevoli, capaci di scegliere il bene e di rifiutare comportamenti devianti. Serve educare al rispetto dell’altro e al valore del proprio dovere». Il coraggio come fede e testimonianza: Monsignor Maurizio Aloise, arcivescovo di Rossano-Cariati, ha invece evidenziato il legame tra il coraggio e la dimensione spirituale: «Livatino è un esempio di fede vissuta e di giustizia praticata. La sua frase “Sub tutela Dei” ricorda che il coraggio non nasce solo dalle forze umane, ma dalla fiducia in qualcosa di più grande». L’arcivescovo ha aggiunto: «Non si può essere buoni cittadini senza essere buoni cristiani, e viceversa. Livatino è il perfetto esempio di chi ha saputo coniugare entrambe le dimensioni, lasciando un segno nella società».

Un messaggio di speranza per i giovani

 Anche Stella Pizzuti, docente del Polo Liceale di Rossano, ha sottolineato il bisogno di figure come Livatino: «I nostri studenti vogliono giustizia e cercano testimoni credibili. Il giudice Livatino ci insegna che si può fare la differenza nel quotidiano, senza grandi gesti, ma con il coraggio di essere coerenti e giusti». Per Pizzuti, l’educazione civica passa anche attraverso iniziative come questa: «I 35 pannelli della mostra sono vere lezioni di vita. Dobbiamo costruire una società in cui scuola, famiglia e istituzioni collaborino per formare giovani capaci di scegliere il bene. Livatino è il modello di chi, con il suo dovere quotidiano, ha illuminato il suo tempo e continua a illuminare il nostro». La mostra dedicata a Rosario Livatino non è solo un omaggio a un grande uomo di giustizia, ma un invito a riflettere sulla necessità di figure che sappiano affrontare le paure e le contraddizioni della nostra società. La sua vita e il suo sacrificio restano un messaggio di speranza, educazione e coraggio, soprattutto per le giovani generazioni, chiamate a costruire un futuro basato su valori autentici.

 

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