Una città di criticoni: questa è oggi Rossano. C’è chi opera, chi organizza, chi rischia e poi c’è chi è sempre pronto a puntare il dito. A criticare. Il Comune di Rossano nel corso degli ultimi anni è riuscito a far diventare la notte dei Fuochi di San Marco un evento capace di attrarre migliaia di visitatori in una sola serata. Ma questo sembra non bastare. C’è sempre chi critica. Questo poteva venire così, questo poteva essere fatto in quest’altro modo. Insomma, non va bene mai nulla. Per carità, tutto è perfettibile e migliorabile. Tutto. Ma non per questo bisogna criticare sempre chi opera e ci mette la faccia, oltre che l’impegno. La Notte dei Fuochi di San Marco, quindi, nel mirino di chi l’avrebbe voluta diversa. Ma come? Innanzitutto diciamo che è stata un successo oltre ogni previsione. Ventimila presenze e tantissimo entusiasmo per ogni quartiere del centro storico. Un successo che ha lasciato sorpresi anche gli stessi organizzatori. Certo, per il traffico qualcosa non è funzionato al meglio. Ma il Comune, con l’ausilio della ditta Ias Scura, ha messo a disposizione due autobus navetta. Certamente ce ne voleva qualcuno in più, vista l’enorme fila di gente alle due fermate dello Scalo a Torre Pisano e in Via Nestore Mazzei. Comunque, chi è voluto salire nel centro storico si è organizzato in tempo e c’è riuscito. La Notte dei Fuochi è riuscita benissimo e si auspica che possa essere organizzata ancora meglio per i prossimi anni. Affinché duri qualche giorno in più e possa portare a Rossano almeno centomila visitatori. Ma a cadere nel mirino di chi critica sempre non è soltanto il Comune. Criticabile, ripetiamo, ci mancherebbe. Ma meglio se in modo costruttivo. Si critica e si attaccano soprattutto gli imprenditori che in città creano occasioni di lavoro e sviluppo. Imprenditori del settore dei rifiuti vengono attaccati se il pagamento degli stipendi (quelle rarissime volte) viene posticipato di qualche giorno. A causa dei ritardi della Regione. E subito ecco che i “paladini della giustizia” sono belli e pronti ad attaccare una delle poche aziende serie di tutta la Calabria. Così come chi in edilizia continua, nonostante tutto, a rendere, da sempre, lo Scalo di Rossano bello ed accogliente. Invidiato da tutto il circondario. Con strade e interi quartieri dove si può vivere in maniera dignitosa. Dove esistono, nel territorio provinciale escluso Rende e Cosenza, quartieri carini come sono stati costruiti a Rossano? Da nessuna parte. Si vadano a vedere le strade (a dire il vero peggiorate anche a Rossano, negli ultimi anni), i servizi urbanistici. Niente da fare: solo critiche. Come le riceve chi vorrebbe costruire villaggi turistici di un certo livello. E viene attaccato. Basti pensare la fine che hanno fatto i Laghi di Sibari costruiti nei primi anni settanta grazie all’opera di un illuminato imprenditore veneto. Poi caduti nella disgrazia. A Rossano si vorrebbe altro, invece. Con tutto il rispetto per l’agricoltura, qualcuno vorrebbe che a Rossano, nei posti di mare, si impiantassero piantagioni di angurie, meloni e coltivazioni di rape. Forse sarebbe più contento. Se non ci fosse qualche imprenditore, a Rossano, che ancora insiste nel cercare di creare sviluppo e benessere, chissà la percentuale dei disoccupati dove salirebbe. Si vuole puntare sul turismo? Bene, come? Con i ruderi presenti, ad esempio, in contrada Foresta dove un Faro di estrema bellezza sta cadendo a pezzi tra il silenzio, colpevole, di tutti? Si vuole puntare sul turismo con le chiacchiere? Allora: turismo, agricoltura, imprenditoria edilizia devono poter coesistere. Senza per forza di cose stare sempre lì con il dito puntato verso chi opera e rischia. Altrimenti poi dobbiamo assumerci anche le responsabilità. Di ogni tipo. Verso chi è costretto ad andare via. A emigrare in Germania o nel Nord Italia. Le critiche e le sommosse contro gli imprenditori e chi opera si. Poi quando si tratta di andare manifestare, ad esempio, a Roma per chiedere il Tribunale, tutti agnellini. Si mediti su questo.