Cosenza, 3 novembre 2025 – Un commovente racconto di salvezza, narrato dalla figlia di una paziente, sta riaccendendo i riflettori sull’eccellenza inattesa della sanità pubblica calabrese. La storia, raccontata da Isabella Castagna, descrive il successo di un intervento di Chirurgia Toracica presso l’Ospedale dell’Annunziata di Cosenza, trasformando la degenza in un moderno mito di liberazione.
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“In quel dedalo di corridoi… il minotauro, stavolta, era con noi. Viveva nascosto dentro mia madre, nel suo polmone sinistro. Non lo conoscevamo, nemmeno lei lo conosceva, anche se lo sentiva… Così l’unico obiettivo diventa uscirne, scampando al minotauro.”
A fornire il filo d’Arianna e a sconfiggere il “mostro” – un adenocarcinoma polmonare – è stato il team del reparto di Chirurgia Toracica. La paziente è stata operata dal Dottore Daniele Scarascia, che con “un taglio di pochi centimetri ha stanato ed estratto il minotauro”.
L’elogio di Castagna è rivolto all’intera équipe, esempio di “professionalità e competenza”: il Dottor Valery Puzhlyakov, Elisa Morcavallo e tutto il personale del reparto, sotto la guida della Professoressa Franca Melfi.
L’esperienza ha portato la famiglia a definire il reparto come:
“l’esempio di una sanità pubblica efficace ed efficiente, capace di cambiare le sorti di una vita. Questa è la Calabria di cui abbiamo bisogno, quella promessa e non ancora costruita, che cura ed evita lunghi e onerosi spostamenti verso le grandi città di quell’Italia tanto diversa dalla Calabria.”
La testimonianza si conclude con un forte appello politico alla Regione:
“Investa la Calabria in sanità pubblica, smetta di svuotare i reparti delle strutture esistenti nell’attesa che si compia la profezia della costruzione di nuovi grandi ospedali… Grande lo stupore di noi calabresi disillusi ma immensa la speranza. La stessa che ci guida e che riponiamo in un futuro di strade spianate e porte aperte.”
La famiglia Castagna ha scelto di rendere pubblica la propria storia per dare merito a un’eccellenza locale che ha saputo non tradire la fiducia, offrendo una via di salvezza senza la necessità di emigrare per curarsi.





