DI REDAZIONE
Sgarbi si sofferma sulla richiesta di “grazia” che deve essere vidimata dal ministro. Ma se il ministro è un ministro discusso è evidente che si pone un problema di opportunità. Contesta e ricorda i quattro magistrati che lo indagarono con l’accusa di concorso esterno. Ne stigmatizza il comportamento. Ricorda invece con stima il magistrato D’Amico che si suicidò dopo essere finito sotto inchiesta. La giustizia deve essere esercitata con la capacità di vedere il vero. Il critico d’arte ha richiamato una serie di errori giudiziari frutto di magistrati taluni incompetenti. Da qui la necessaria invocazione della “grazia”. Essere a Rossano – ha detto – è la più alta civiltà cristiana e artistica. Il riferimento è in particolare al Codex. Ricorda la polemica sui bronzi di Riace e della sciocca decisione di non trasferirli a Milano in occasione dell’expò. Essere cristiani significa essere laico. Da Tangentopoli in poi la morte dei partiti e delle ideologie. Chiude il capitolo Grillo che sceglie i candidati con voti a caso che scelgono a caso su internet. La legge elettorale -ha ribadito – che propone le liste bloccate non è ammissibile. Gli elettori devono scegliersi i propri candidati. Infine, la grave denuncia sulle violenze urbanistiche, con un’Italia che si è voluta fare male. Ancor peggio l’edilizia religiosa. Il critico d’arte ha fatto riferimento anche alle brutture delle pale eoliche e agli affari politici-mafiosi, mentre sul capitolo immigrati, questa la sua posizione: guardare gli stranieri con la necessaria misericordia cristiana. Il sindaco Mascaro non potrà negare l’aiuto ai più bisognosi.