Il mare avanza, produce erosione, prende terreno e in alcuni tratti si è portato a ridosso di case costruite lungo la costa. Due i punti sotto osservazione: i 120 metri di spiaggia persi a Crosia e i 20 metri persi a Calopezzati. Qui il mare ha inghiottito case, strade, infrastrutture Le cause sono diverse, afferma Fabio Menin- già presidente del WWF-Sila Greca: « A Crosia le grandi quantità di detriti sabbiosi e ciottolosi prelevati dal Trionto, il principale corso d’acqua locale, utilizzati per la costruzione dell’abitato del paese e anche delle frazioni confinanti che, a partire dalla fine degli anni Sessanta, sono stati tolti alla circolazione naturale che li porta sulla spiaggia. La costruzione di case e strutture lungo la costa di Mirto-Crosia è avvenuta sopra le dune preesistenti, quindi la riserva di sabbia naturale della zona costiera locale è stata distrutta, ed anche le briglie costruite per rallentare la velocità dell’acqua del Trionto e controllare il fenomeno franoso nelle aree adiacenti il corso d’acqua hanno contribuito a trattenere una certa quantità di detriti sabbiosi. C’è poi un aspetto naturale nell’erosione sulla spiaggia di Mirto-Crosia, continua l’ambientalista, dovuto al cambiamento delle correnti prevalenti nel mare avvenuto alla fine dell’ottocento: questo ha fatto si che la foce del Trionto si spostasse verso nord ovest riversando quindi la sabbia e i detriti verso la zona della Fossa (Rossano) e della Zolfara (Rossano) facendo diminuire l’apporto di detriti sabbiosi alla zona di Mirto-Crosia, ma questo è un fenomeno naturale lentissimo».
A Calopezzati il mare ha raggiunto le case
Le misure a contrasto
Tra le misura a contrasto occorrono studi preliminari su tutto il territorio interessato a partire dai fondali marini. Poi un attento monitoraggio della costa e dei corsi d’acqua, oltre che delle correnti marine prevalenti: «Si possono realizzare opere nel mare come barriere soffolte o anche pennelli che trattengono la circolazione della sabbia, facendo molta attenzione perché se non opportunamente calibrate sulle caratteristiche del mare e della costa locale possono creare danni alla circolazione del detrito nel mare nei tratti adiacenti aumentando così il fenomeno erosivo. La Calabria ha conosciuto nelle zone tirreniche centrali e settentrionali, un imponente fenomeno di perdita di spiagge che è stato aggravato anche da opere di difesa nel mare mal costruite. In alcune aree costiere italiane si è provveduto a ricostruire le spiagge prelevando sabbia con le medesime caratteristiche di quella perduta nella spiaggia cercando di ricostruire gli arenili erosi dal mare. Questa opera di ripascimento ha avuto esito favorevole solo in poche zone ove sono stati condotti studi molto approfonditi sulle dinamiche del territorio locale». Si rende necessario un intervento sinergico tra i comuni interessati, la Regione Calabria, la Capitaneria di Porto, unitamente all’apporto di Università specializzate.