Si è svolto nei giorni scorsi a Corigliano-Rossano un incontro pubblico promosso dal Movimento Zona 17 per accendere i riflettori su viabilità e trasporti, temi centrali per lo sviluppo del territorio della Sibaritide. L’appuntamento ha visto la partecipazione di cittadini, forze sociali, amministratori locali e rappresentanti di movimenti e associazioni. A introdurre i lavori è stato Angelo Broccolo, esponente di Zona 17, mentre tra gli interventi più attesi vi è stato quello di Mario Oliverio, già presidente della Regione Calabria. È intervenuta anche Carolina Casalnovo dell’associazione Controcorrente. Al centro dell’incontro, alcune delle opere più discusse e attese: la ferrovia ionica, la galleria di Tarsia, l’alta velocità. Temi che intrecciano anni di promesse politiche, fondi stanziati ma non spesi e opere rimaste incompiute. Oliverio ha richiamato l’attenzione sullo stato delle infrastrutture e sui danni causati da una burocrazia lenta e da decisioni politiche rinviate nel tempo: «Cantieri, interrotti da anni, per i quali sono stati investiti fondi importanti, e che rimangono delle incompiute, non fruite dalla popolazione».
Ritardi sulla ferrovia jonica e sulla Sibari-Cosenza
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Un esempio eclatante è rappresentato dalla ferrovia ionica, sulla quale, secondo l’ex presidente, sarebbero già stati investiti 600 milioni di euro per l’ammodernamento e l’elettrificazione da Sibari a Catanzaro Lido. Un intervento che permetterebbe di estendere la linea del Frecciargento, oggi limitata a Sibari, fino a Crotone e Catanzaro.
«Basta stendere il filo elettrico per consentire ai treni elettrici di viaggiare su quel binario» – ha detto Oliverio – «ma a distanza di anni l’intervento non è completato». Non meno problematica la vicenda della galleria di Tarsia, opera finanziata oltre un decennio fa e che doveva servire a collegare in modo diretto la Sibaritide con l’area urbana di Cosenza. La strada è parzialmente realizzata, ma il completamento è bloccato da un contenzioso con l’impresa costruttrice che ha portato la provincia a una condanna per 1.600.000 euro di interessi passivi. «È una cosa assurda. Le popolazioni vedono quest’opera realizzata, non fruibile, mentre gli enti pubblici pagano interessi per contenziosi che rimangono aperti e non si chiudono». Le conseguenze sono tangibili: la diga è interdetta al transito dei mezzi pesanti oltre i 30 quintali, provocando una strozzatura logistica che incide sull’economia e sui collegamenti di studenti, lavoratori e aziende tra costa e entroterra. A margine dell’incontro, il Movimento Zona 17 ha rilanciato la necessità di una mobilitazione dal basso, per pretendere chiarezza su opere bloccate, tempi certi di riattivazione e scelte coerenti con le reali esigenze del territorio. Dalla platea sono emerse anche proposte per costituire un tavolo permanente sul tema della mobilità, con la partecipazione di tecnici e amministratori. Un messaggio diretto e senza sconti quello che Mario Oliverio rivolge all’attuale presidente della Provincia di Cosenza Rosaria Succurro sul tema della strada Tarsia–Terranova–Cantinella: «Dovrebbe impegnarsi concretamente, più che fare parate sui social. Serve affrontare il problema della galleria e del viadotto che sbloccherebbero un nodo strategico, oggi soggetto a limitazioni sul transito per i mezzi pesanti. È un’opera pensata per collegare l’autostrada alla nuova 106 e alla Sibaritide: va completata, subito». Ma il messaggio non si ferma alla sola strada.
Alta velocità: chiesto intervento unitario
L’ex governatore punta il dito anche contro la mancata programmazione di un’altra infrastruttura-chiave: l’alta velocità ferroviaria. «Il vero treno è stato perso con il PNRR. Quando si sarebbe dovuto combattere per inserire la Salerno–Reggio Calabria nella programmazione, ci si è girati dall’altra parte». Oliverio accusa la politica regionale di aver subito scelte imposte dall’alto, lasciando la Calabria ai margini: «È inaccettabile che la Calabria e la Sicilia siano le uniche regioni escluse dall’alta velocità. Si realizza la Napoli–Bari, si lavora alla Battipaglia–Romagnano, ma si taglia fuori tutto il Sud estremo. Non si è fatta una vera battaglia politica, solo chiacchiere e silenzi». Secondo Oliverio, la traiettoria naturale dell’alta velocità dovrebbe attraversare il cuore della regione: «L’infrastruttura dovrebbe tagliare il Pollino, passare per Tarsia, Cosenza, servire le aree interne. Non basta congiungere Salerno e Reggio. Un’opera così deve anche sviluppare il territorio, come accadde con l’autostrada». Per questo, secondo l’ex presidente, serve una presa di posizione netta: «Serve una forte iniziativa della Regione, alla testa degli enti locali, uniti nel chiedere al Governo e al ministro Salvini di fare giustizia. Prima del ponte sullo Stretto, c’è la necessità di un collegamento moderno per la Calabria, che oggi è relegata in un ruolo marginale». Oliverio non risparmia nemmeno la Regione Calabria: «Nessun segnale concreto. Solo annunci. C’è una sottovalutazione evidente di questi temi, un’accettazione supina della logica centralista. È grave».