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Sicurezza sismica in Calabria, a scuola di prevenzione educativa | VIDEO

In questi giorni Campania e  Calabria hanno visto un incremento dei movimenti sismici, sollevando preoccupazioni riguardo alla sicurezza. In particolare, in Calabria, le città di Crotone e Cirò hanno registrato un aumento dell’attività sismica, sottolineando l’importanza di educare la popolazione sui rischi e sulle misure di prevenzione. In questo contesto, l’Istituto Comprensivo Erodoto di Corigliano-Rossano ha concluso nei giorni scorsi il Progetto “A scuola di terremoto”, un’iniziativa educativa mirata a sensibilizzare gli studenti e la comunità sulla sicurezza sismica. Il Progetto “A scuola di Terremoto”, sviluppato in partenariato con il Dipartimento Nazionale e Regionale della Protezione Civile della Regione Calabria, ha coinvolto attivamente gli studenti delle classi 1G e 2B dell’I.C. Erodoto. Guidati dalla Prof.ssa Ing. Berlingieri Emilia e supportati dal TEAM di Esperti Ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), gli studenti hanno lavorato per tutto l’anno scolastico per produrre materiali educativi che spiegano cosa sia un evento sismico, le sue conseguenze e l’importanza della prevenzione. Inoltre, è stata fatta una ricostruzione storica dei principali sismi che hanno colpito la Calabria, con particolare attenzione alla Provincia di Cosenza e al territorio di Corigliano-Rossano. Il progetto è stato concluso con una tavola rotonda che ha visto esperti e studenti confrontarsi con il pubblico presente sulla gestione degli eventi sismici e sulla preparazione della comunità. La tavola rotonda è stata preceduta dalla presentazione della Mostra Interattiva intitolata “Storie di Terremoto e interviste di episodi realmente vissuti”, una collezione di lavori grafico-pittorici e digitali realizzati con la tecnica del fumetto.

La scienza e i terremoti: Le dichiarazioni di Emanuela Ercolani

Emanuela Ercolani, ricercatrice dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia della stazione di Bologna, ha sottolineato la natura imprevedibile dei terremoti: «La scienza studia i fenomeni, in particolare i sismologi studiano i terremoti e cercano di imparare sempre di più da questo»  ha dichiarato Ercolani. «Gli strumenti registrano i terremoti, ma non possono prevedere i terremoti». Ercolani ha poi esplorato le misure precauzionali che possono essere adottate a livello locale per mitigare gli effetti emotivi e materiali di un terremoto. «Si possono fare azioni di prevenzione, sia strutturale che non strutturale» ha sottolineato. La prevenzione strutturale, ha aggiunto, è responsabilità dello Stato, delle regioni e dei singoli cittadini quando si tratta di proteggere le proprie abitazioni. «Quella non strutturale è quella di informare, conoscere, sapere che cosa è avvenuto sul territorio, imparare un po’ a osservare il territorio e a guardarsi intorno, ed è importante anche questo» ha continuato Ercolani. Questo approccio evidenzia l’importanza dell’educazione pubblica e della consapevolezza per migliorare la preparazione e la risposta alle catastrofi naturali. Riguardo agli sciami sismici, Ercolani ha osservato che non necessariamente devono essere motivo di maggiore preoccupazione rispetto a una singola scossa isolata. «Gli sciami sismici sono definiti come parecchi terremoti che avvengono in un periodo limitato di tempo» ha detto. «Questi eventi possono o non possono portare a un terremoto maggiore. Registriamo mediamente 30-40 terremoti sul territorio nazionale ogni giorno, la maggior parte dei quali non sono avvertiti dalla popolazione ma solo misurati dagli strumenti. Alcuni di questi terremoti possono portare a un evento sismico più significativo, ma questa conclusione può essere tratta solo successivamente».

La Calabria, regione ad alto rischio

Riguardo alla situazione sismica della Calabria, Ercolani ha sottolineato che è una regione con una storia di terremoti forti e significativi. «La Calabria è una zona dove avvengono terremoti forti e importanti» ha detto. «È una delle zone con i terremoti più significativi dell’Appenino centro-meridionale, insieme alla Sicilia orientale e a una parte del Friuli». Sul versante dei maremoto, la ricercatrice ha spiegato che questa condizione si verifica solo in determinate circostanze. «Il maremoto avviene quando c’è un terremoto con particolari condizioni» ha detto. «Deve essere o in mare o in prossimità della costa e deve essere molto energetico. Non possiamo avere maremoti per terremoti molto piccoli o terremoti appenninici. Quindi nelle zone costiere, il pericolo di maremoto può esserci».  Tutta l’Italia, compresa la Sardegna, è suscettibile a danni da terremoti: «Diciamo che la pericolosità di avere un evento sismico in Italia è ovunque, in ogni comune».  Ercolani ha affrontato anche il tema dei segnali sismici, come l’evento avvertito a Cirò nei giorni scorsi e a Crotone. Ha chiarito che la presenza di terremoti, anche di magnitudo 4, non implica necessariamente la possibilità di un terremoto più grande in futuro.   Sul comportamento delle onde sismiche, ha spiegato le differenze tra onde sussultorie e ondulatorie. «Il comportamento dei terremoti è sempre sia sussultorio che ondulatorio. Ci sono vari tipi di onde che si scatenano una volta che dall’ipocentro arrivano in superficie. Se siamo molto vicini all’epicentro, avvertiamo molto la parte sussultoria, cioè una parte compressiva. Se siamo un po’ più lontani, avvertiamo magari la parte più ondulatoria, ma le componenti ci sono sempre».

 

 

 

 

 

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