Il motto “Nelle donne ogni cosa è cuore… anche la testa” di Paul Richter, ricordato dalla Presidente del Club di Cosenza Rosita Paradiso, evidenzia la differenza della leadership al femminile nel contesto della giustizia, quest’ultima utilizza infatti simboli femminili, come la dea Dike, ma di fatto nella conduzione dell’amministrazione è tradizionalmente al maschile.
L’avv. Vittorio Gallucci, Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Cosenza, ha ricordato Lidia Poët, una delle prime donne in Italia a laurearsi in giurisprudenza nel 1881 a Torino e a difendere il suo diritto di esercitare la professione di avvocato. Pur avendo superato l’esame per l’iscrizione all’Albo degli avvocati e dei Procuratori legali, si vide negato dalla Corte d’appello di Torino l’iscrizione in quanto la professione forense era qualificata come un ufficio pubblico per cui l’accesso era, per legge, vietato alle donne. La richiesta del parere maritale favorevole completava un quadro, per fortuna, ormai obsoleto. Molti pregiudizi emergono dalle fonti documentali citate come, ad esempio, la bizzarria nell’abbigliamento e nell’acconciatura poco confacente alla toga, nonché un’eccessiva emotività che, nel caso dei magistrati, avrebbe invalidato i giudizi. Ci vorrà, infatti, il 1963 per l’accesso della donna al concorso per la magistratura, ricorda Maria Luisa Mingrone, Presidente del Tribunale di Cosenza che, per altro, esorta le donne ad osare di più e a vivere con più consapevolezza le proprie risorse e tipicità, sull’esempio della cosentina Giulia De Marco tra le prime otto donne entrate in magistratura.
La Vicepresidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Cosenza, Laura Facciolla, ha rilevato che attualmente nel Consiglio ci sono sette donne e Rosa Masi, Presidente del Comitato per le Pari Opportunità, si è soffermata sul legittimo impedimento a comparire nei procedimenti per le donne avvocato in maternità e la sospensione dei contratti a tempo durante la gravidanza (L. 205/2017). Purtroppo i dati più aggiornati indicano che ancora oggi solo il 27% di donne occupa i livelli direttivi.
Molteplici gli aspetti del rapporto tra donna e giustizia: se Marisa Manzini, nel suo ruolo di magistrato inquirente, si è soffermata sul ruolo delle donne nelle denunce contro la criminalità organizzata, dall’altra parte Caterina Arrotta, Direttore della Casa Circondariale di Paola, Maria Molinaro, Comandante di Reparto della CC di Paola, insieme ad Antonella Crocco, comandante della Stazione dei Carabinieri di Parenti, hanno riferito la loro esperienza e contributo all’interno dei rispettivi corpi di polizia, evidenziando la facilità di supporto e sostegno soprattutto in contesti di violenza sulla donne. A tal proposito la Presidente Rosita Paradiso ricordava la realizzazione, presso la caserma dei carabinieri “Paolo Grippo” di Cosenza di una stanza accogliente e riservata per le donne che denunciano le violenze subite.
Il Soroptimist Club di Cosenza del nuovo biennio ci sta abituando a frequenti appuntamenti che ci ricordano la constante responsabilità verso la realizzazione fattiva delle pari opportunità.
Il Soroptimist Day “Orange in the World” di dicembre, in unione alle direttive dell’International d’Italia, ha infatti, presentato i progetti realizzati in rete con le scuole del territorio per favorire la formazione e l’informazione di genere al fine di contrastare la violenza ed eliminare gli stereotipi che ostacolano il raggiungimento della parità reale tra donne e uomini. Nella Biblioteca Nazionale di Cosenza, con il patrocinio del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, video e foto hanno documentato la realizzazione di percorsi formativi diversificati tra i diversi ordini di scuola. Anche la “scuola in carcere” ha presentato un quadro realizzato dai corsisti della Casa di Reclusione di Rossano sulla non violenza sulle donne.
Nella Giornata della Memoria, il Club di Cosenza nella sua azione per la promozione dei diritti umani per tutti, la pace nel mondo, il buon volere e l’amicizia internazionale è stato presente a Montalto Calabro nell’incontro voluto dal Dirigente Scolastico Gemma Faraco. La presidente del Club, Rosita Paradiso ha affermato che trasmettere la memoria degli orrori e degli errori del passato agli alunni sia necessario, perché la violenza e l’intolleranza, purtroppo, non vengono spazzate via dal progresso, né appartengono ad un passato irripetibile. Nel presentare la scrittrice Elisa Springer, deportata nel campo di Concentramento di Auschwitz, ha sottolineato che non c’è futuro per i giovani senza memoria e che riflettere sul passato apre anche ad una radicale presa di coscienza dei diritti umani che sono alla base del nuovo mondo dell’interculturalità che potrà maturare, solo, con l’impegno e la condivisione di tutti. Solo all’età di settantotto anni Elisa Springer decise di parlare, nel suo libro “Il silenzio dei vivi”, per non dimenticare a quali aberrazioni può condurre l’odio razziale e l’intolleranza, non il rito del ricordo, ma la cultura della memoria.
Nello stesso contesto la socia prof.ssa Marilù Sprovieri ha illustrato la storia di Angelo De Fiore, Giusto di Calabria, mentre la socia Mariagrazia Palumbo ha approfondito le nuove Shoah e il ruolo fondamentale che riveste la scuola nel sensibilizzare verso tali problematiche lungi dall’essere passato.
(comunicato stampa)