Schiavonea volta pagina. La tradizionale Fiera di Maggio, appuntamento atteso da decenni nel borgo marinaro, quest’anno è stata segnata da una novità importante: niente più vendita di animali. Una scelta che ha incontrato il favore di cittadini, operatori e istituzioni, e che si inserisce in un percorso di maggiore attenzione verso il benessere animale. Il divieto non è arrivato all’improvviso. È stato il frutto di un confronto serio e costruttivo all’interno della Commissione Attività Produttive del Comune. A proporlo è stata la consigliera Lorena Vulcano, intervenuta su un punto specifico all’ordine del giorno: la modifica del regolamento della fiera. «Non si tratta di ostacolare un lavoro – ha spiegato Vulcano – ma di mettere in discussione un metodo che oggi risulta inadeguato e dannoso per gli animali. Parliamo di commercio ambulante, spesso occasionale, che non può garantire le condizioni minime di benessere». Secondo quanto riferito, gli animali sono sottoposti a forti stress già durante i trasporti: viaggi lunghi, spesso senza cure adeguate, in mezzi non sempre idonei. Una volta giunti nelle fiere, vengono collocati in ambienti affollati e rumorosi, privi di spazi di riparo, esposti a caldo e freddo, e tenuti in gabbie troppo piccole per le loro esigenze. «In queste condizioni – aggiunge Vulcano – si registrano alti tassi di mortalità, sia durante la permanenza con i venditori che dopo l’acquisto, quando finiscono in mano a persone che spesso non hanno alcuna consapevolezza o preparazione».
Una spinta, quindi, non contro il commercio, ma per una gestione più rispettosa degli animali e più coerente con i tempi. A sostenere la proposta, l’assessore all’Ambiente Madeo, che ha immediatamente avviato le procedure per rendere effettiva la misura, tramite una delibera di Giunta. Il provvedimento è stato accolto con favore da tutti i membri della commissione, incluso il presidente, in attesa che venga formalmente approvato in consiglio comunale. Nel frattempo, il divieto è già entrato in vigore. La Fiera di Maggio ha rappresentato il primo banco di prova, superato senza difficoltà. Un segnale di maturità e di attenzione crescente verso il tema degli animali, che non è più marginale, ma al centro delle politiche pubbliche locali. «Chi davvero vuole prendersi cura di un animale – conclude Vulcano – può rivolgersi a allevamenti seri, regolamentati, che sanno consigliare e accompagnare nella scelta. Le fiere non sono il posto giusto per queste decisioni». La fiera, dunque, non ha perso il suo spirito: bancarelle, artigianato, gastronomia, prodotti locali e tanta partecipazione. Solo un cambiamento: niente più gabbie. Solo rispetto.
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