Corigliano Rossano – Fare delle imprese dei presidi culturali, formativi ed esperienziali può contribuire a rafforzare consapevolezza e forza del brand Made in Italy all’estero. Da quando, 20 anni fa, è stato inaugurato il Museo della Liquirizia, Amarelli ha accresciuto la sua brand reputation. È diventato, un riconosciuto modello su scala nazionale, contribuendo a rafforzare anche gli effetti di marketing territoriale sulla Città della Liquirizia.
Impresa storica: le radici culturali del nostro futuro. È stato, questo, il tema della relazione sviluppata da Margherita Amarelli, destinataria di numerosi messaggi di apprezzamento per le suggestioni, le emozioni ed il fascino che il racconto intorno alla storia imprenditoriale calabrese continua a riscuotere.
Identity e ideology, il futuro delle aziende – ha scandito la responsabile commerciale e marketing che insieme al fratello e Amministratore delegato Fortunato Amarelli rappresenta l’undicesima generazione dell’esperienza imprenditoriale – passa da questo binomio, dalla capacità di adottare strategie che sappiano promuovere il patrimonio industriale strettamente connesso alla cultura.
Brand reputation e marketing territoriale. – Se si dice liquirizia non si può ormai non associare ad essa l’immagine di un territorio e della plurisecolare esperienza imprenditoriale e familiare Amarelli. Viceversa, se si dice Amarelli il pensiero non può che rimandare al gusto, al profumo e alla qualità della ricetta della liquirizia italiana conosciuta ed apprezzata in tutto il mondo. L’attività organizzativa, culturale, valoriale e durevole dell’Azienda si è identificata e si identifica ormai nell’immaginario delle persone nel territorio, tanto che per molti, Rossano ieri e Corigliano-Rossano oggi è la Città della Liquirizia.
Con l’inaugurazione del Museo nel 2001 – ha aggiunto – l’Azienda aveva immaginato, teorizzato e poi realizzato già 20 anni fa, credendo nell’investimento in cultura, quella che si è rilevata essere una fondamentale leva di marketing non soltanto di tipo materiale ma anche immateriale. Filo conduttore di quell’iniziativa che negli anni si è arricchita di contenuti e spunti, raccontando l’evoluzione di un’azienda che da agricola nei secoli è diventata di marketing e culturale, era e rimane l’identità.
Nel corso di SEMI, Margherita Amarelli ha colto, infine, l’occasione per lanciare e anticipare un progetto in progress: esportare la musica classica contemporanea dai teatri e dagli auditorium nelle aziende. L’obiettivo è quello di contribuire ad impreziosire il racconto della storia azienda, a scrivere una sorta di colonna sonora di quella realtà imprenditoriale che possa servire a meglio far conoscere all’estero il Paese Italia e la storia del Made in Italy (Comunicato stampa).