Tra civismo e rappresentanza: Il dibattito sull’influenza nazionale nelle elezioni comunali di Corigliano-Rossano | VIDEO

L’adesione di Italia Viva al centrodestra e il sostegno alla candidatura di Pasqualina Straface per le elezioni amministrative a Corigliano-Rossano hanno aperto un dibattito sulla necessità che una città di 80 mila abitanti abbia dei riferimenti a livello nazionale mettendo da parte i civismo. In un contesto in cui la dimensione locale si intreccia sempre più con le dinamiche nazionali, la decisione di Italia Viva ha sollevato interrogativi sulla rappresentanza e sul ruolo dei partiti politici nel contesto comunale.
«Nel suo DNA Italia Viva è contraria a qualsiasi tipo di populismo, spesso caratterizzato da venature autoritarie che non lasciano spazio al dibattito democratico, sia sul piano politico che su quello amministrativo, riferisce il responsabile di Corigliano Rossano Nicola Candiano. Alla fine, ci siamo orientati verso il centro-destra perché una valutazione dei 5 anni di amministrazione qui a Corigliano Rossano ha portato a un giudizio negativo».

«Attualmente vedo due sfaccettature diverse. Da un lato, c’è un movimento verso alleanze e spostamenti di forze politiche o movimenti civici. Dall’altro, c’è una maggiore polarizzazione che potrebbe portare a due candidati forti al primo turno». L’ex sindaco di Rossano afferma: «Sono sempre stato un esponente di un’area moderata, e quando ci sono stati sbilanciamenti, ho guardato più a sinistra che a destra. Oggi però ho optato per una politica più centrale perché credo che l’eccessivo civismo non favorisca la creazione di una vera comunità. Non vedo una strutturazione nel centro-sinistra. Credere nella politica significa anche credere nel ruolo dei partiti politici. Per governare una realtà come la nostra, bisogna avere rapporti con i partiti nazionali, sia di governo che di opposizione. È importante avere collegamenti solidi per risolvere i problemi del nostro territorio». «Dopo 6 anni dalla costituzione della nuova città, non possiamo dire di aver compiuto grandi progressi. Siamo ancora agli inizi e molti passaggi fondamentali sono stati sbagliati, dall’approvazione dello Statuto alla pianificazione territoriale. Abbiamo visto molta amministrazione ordinaria, ma poco governo».

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