Trebisacce, a rischio chiusura il Museo dell’Arte Olearia e della Civiltà Contadina “Ludovico Noia”

TREBISACCE. A rischio-chiusura il Museo dell’Arte Olearia e della Civiltà Contadina intestato al compianto “Ludovico Noia”? E’ quello che vorrebbero evitare i benemeriti fratelli Noia (Francesco, Salvatore e Renato) che da oltre 20 anni, dopo averlo fondato, tengono in vita e rendono fruibile uno dei marcatori identitari più importanti della storia locale e di quella che è stata nei secoli l’arte olearia e la tradizione contadina, utilizzando l’immobile di loro proprietà sito nel cuore del Centro Storico.

In realtà i fratelli Noia, dopo aver fondato il Museo ed averlo arricchito quotidianamente con reperti introvabili e ormai in via di estinzione, lo hanno affidato all’Associazione Onlus di Promozione della Cultura e dell’Arte “A.O.P.C.A. che, attraverso una preziosa sinergia con
l’Associazione Culturale “L’Albero della Memoria” di cui è presidente il prof. Piero De Vita, l’hanno gestito e reso fruibile in chiave turistica ospitandolo fin dalla sua fondazione in un immobile di tre locali di loro proprietà dei fratelli Noia concessi in “comodato d’uso gratuito” per
tutti questi anni all’Associazione “AOPCA” attraverso un apprezzabile gesto di generosità. Gesto che però il Comune di Trebisacce non ha dimostrato di apprezzare e da premiare, tanto che ai fratelli Noia è stato chiesto e notificato il pagamento dell’imposta IMU sugli immobili, come se si trattasse di una civile abitazione e non di una struttura di interesse pubblico. Motivo per cui i fratelli Noia, legittimamente risentiti, hanno formalmente chiesto all’Associazione A.O.P.C.A. di “voler risolvere il comodato d’uso gratuito” restituendo l’immobile ai legittimi proprietari.

A questo punto la suddetta Associazione, riunita in Assemblea, al fine di evitare l’improvvisa chiusura del Museo, ha avanzato all’attuale Struttura Commissariale una formale richiesta per l’assegnazione, come avvenuto per tante altre Associazioni Onlus, di un immobile alternativo, sito nel cuore del Centro Storico e adeguato ad ospitare il Museo. Nella formale richiesta indirizzata ai Commissari, i Dirigenti dell’Associazione AOPCA, preso atto della notifica di pagamento dell’Imu ai titolari dell’immobile, innanzitutto hanno ringraziato i fratelli Noia per la generosità dimostrata per tutti questi anni e dopo aver ribadito l’importanza culturale e sociale del Museo quale attrattore turistico ed aver manifestato “riconoscenza e gratitudine” ai fratelli Noia, hanno chiesto, al Commissario Prefettizio dr.ssa Eufemia Tarsia ed al Sub-Commissario Dr. Domenico Giordano, “a testa alta e ad alta voce – così si legge nella nota-stampa diffusa dai fratelli Noia – di mettere a disposizione un immobile sito nell’antico borgo per poterci trasferire tutti i reperti e le attrezzature del Museo, al fine di scongiurare, dopo oltre 20 anni la chiusura del Museo”.

Chiuderà quindi i battenti lo storico Museo dell’Arte Olearia e della Cultura Contadina? “Attendiamo con ansia – ha scritto in conclusione il Presidente dell’A.O.P.C.A. prof. Salvatore Noia – la risposta della Struttura Commissariale che, in ossequio alle sue competenze, prenda atto della situazione ed eviti la chiusura definitiva del Museo”.

Pino La Rocca

2 risposte

  1. È inconcepibile una tale richiesta di una imposta che cozza con l’intetesse pubblico del Museo ” Ludovico Noia” peroetrato in questi anni con professionalità divulgativa. Forse l’Associazione dovrebbe valutare la decisione di trasformarsi in ” Fondazione Culturale” che accoglierebbe dentro di se il Museo. In bocca al lupo

  2. Sarebbe veramente un peccato, dopo tanti anni di sacrifici, buttare al vento tutto il lavoro fatto fin qui. Gli Enti di competenza dovrebbero prendere più a cuore, questi personaggi che cercano di divulgare e fare conoscere il passato, la storia dei nostri Avi, perché in tutti questi cimeli, attrezzi ecc ecc., è racchiusa gran parte della storia della civiltà contadina, che ormai soli in pochi ricordano. E c’è da dire che senza storia, non ci potrà essere un futuro. Il passato dev’essere la linfa del presente e del futuro che verrà.

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