Trebisacce. Chidichimo ancora ospedale di zona disagiata: rispetto per le sentenze, si ristabilisca la legalità

TREBISACCE. Il gap assistenziale esistente nelle diverse aree del territorio regionale, tenuto conto della disomogeneità territoriale calabrese, non potranno mai essere colmato attraverso gli ospedali di comunità, né attraverso i cosiddetti “Ospedali di zona disagiata” come viene ostinatamente classificato il “Chidichimo” anche nella bozza del nuovo Piano Sanitario Regionale che sta per essere inviato ai tavoli ministeriali per l’approvazione.

Ne sono consapevoli partiti, movimenti popolari e associazioni che, attraverso una nota-stampa condivisa, tornano a chiedere alla Regione e al Commissario Occhiuto di ristabilire la legalità e di rispettare le reiterate sentenze del Consiglio di Stato che hanno sancito la legittimità del vasto comprensorio dell’Alto Jonio ad avere un Ospedale Generale con forte connotazione operativa in particolare nel settore dell’emergenza-urgenza, la cui grave ed accertata carenza in termini di personale e mezzi si è rivelata, a giudizio dei Giudici togati, gravemente lesiva dell’applicazione del principio della “Golden Hour”.

“Il prossimo 15 aprile – sostengono all’unisono il Laboratorio Politico “Sinistra al Quadrato”, le Associazioni Culturali “L’Albero della memoria”, “Le Nove lune”, “Passaggi e il “Movimento Civico per l’Ospedale di Trebisacce” – la Regione Calabria mette nero su bianco al nuovo Piano Sanitario. E’ arrivato il momento che il Commissario ed il governo regionale, rispettando ben tre sentenze del Consiglio di
Stato tutte favorevoli al ritorno dell’Ospedale di Trebisacce tengano conto delle sentenze e delle istanze dei cittadini e restituiscano il “Chidichimo” al suo ruolo originario di Ospedale Generale e non di cattedrale nel deserto”.

La bozza del nuovo PSR elaborata dal Commissario Occhiuto continua invece a classificare come Ospedale Generale il nosocomio di Praia a Mare che sia dal punto di vista di posizionamento geografico di ospedale di confine destinato a intercettare la migrazione sanitaria, sia perché destinatario dello stesso “disposto” del Consiglio di Stato, ha vissuto e vive una storia parallela con il “Chidichimo” e continua invece a classificare il “Chidichimo” come ospedale di zona disagiata insieme a Cariati, San Giovanni in Fiore, Soveria Mannelli e Serra San Bruno.

Da qui l’energica protesta di associazioni e partiti: “Ora o mai più! E’ arrivato il momento – incalzano associazioni, partiti e movimenti civici – che il Presidente Occhiuto dimostri nei fatti di avere occhi per le periferie joniche rispettando la gente, i suoi bisogni e le sentenze dei Giudici o se, anche questa volta, il governo regionale farà orecchi da mercante e solo allora sapremo chi tiene veramente alla popolazione della Sibaritide e dell’Alto Jonio Cosentino”.

In realtà il nuovo PSR, anche se sotto forma di bozza, è circolato nelle settimane scorse e non è quello che le popolazioni dello Jonio si aspettavano. “Qualche sospetto lo abbiamo e – scrivono gli estensori della nota-stampa – non ci fa dormire sonni tranquilli. Appare infatti chiaro che alcune forze politiche locali e nazionali fanno il tifo per la sanità privata e non per quella pubblica e sono molto solerti a fare economia sulla sanità pubblica in danno degli italiani per poi investire cascate di milioni in armamenti.

Per smentire questo sospetto, – incalzano i suddetti partiti, movimenti civici e associazioni di volontariato decisi, a loro dire, a non fare sconti a nessuno ed a non abbassare mai la guardia – il Governo regionale e il suo Presidente dimostrino di avere un altro punto di vista, perché l’Ospedale di Trebisacce ha tutti i numeri per veder riconosciuta la sua piena titolarità ad Ospedale Generale. L’Alto Jonio – si legge in conclusione nella nota-stampa – non può essere ancora considerato un territorio di frontiera: né carne né pesce, né Calabria né Basilicata ma
buono, in ogni caso, come bacino elettorale”.

Pino La Rocca

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