Quanto accaduto a Tropea è gravissimo e rappresenta una delle ferite più gravi per lo stato di diritto nazionale: non vi era alcuna legalità da ripristinare, ma solo buone pratiche da imparare e da imitare, a tutti i livelli.
Augurandoci che venga presto ripristinata la giustizia e restituita la dignità a tutta Tropea, divenuta col Sindaco Giovanni Macrì, nell’ultimo quinquennio un invidiabile ed in effetti invidiatissimo, laboratorio meridionale e nazionale per la progettazione turistica e per l’efficienza amministrativa, non ci resta che prendere atto con amarezza dei giganti passi indietro che quel comune, già modello del Sud, sta purtroppo facendo in questi pochi mesi di grigia gestione commissariale, tradotto: nelle mani di chi e quanti, in nome dello Stato, ma nel Paese della Caccia alle Streghe, dovrebbero ancora rappresentare la soluzione, quand’anche a problemi del tutto inventati.
Sul caso apro una parentesi: Il giornalista Antonello Piroso in un articolo apparso su “La Verità” ha riepilogato la vicenda evidenziando come il comune sia stato commissariato con l’ipotesi che potesse esserci infiltrazione della ‘ndrangheta, senza prove concrete ma basandosi su supposizioni e deduzioni legate al contesto territoriale. Piroso mette in discussione la tesi adottata dall’Avvocatura dello Stato, secondo cui, in territori ad alta densità criminale, l’ipotesi di infiltrazione è da considerarsi “plausibile.” Questo approccio è descritto come preoccupante e incline ad abusare di strumenti di scioglimento amministrativo. Da sottolineare, continua Piroso, l’effetto paralizzante che simili decisioni hanno sulle amministrazioni locali, generando sfiducia e creando difficoltà operative. L’articolo pone interrogativi su principi fondamentali di giustizia e proporzionalità nelle decisioni politiche e amministrative. Viene inoltre evidenziata la necessità di criteri più chiari e meno discrezionali per evitare un abuso di potere. Si accenna a un accordo firmato tra Guardia di Finanza e Simest per vigilare sulla corretta gestione dei fondi PNRR, a ulteriore testimonianza dell’importanza di trasparenza nella gestione pubblica. Infine nell”articolo critica quindi il principio di utilizzare la semplice “plausibilità” come base per commissariare un’amministrazione, sottolineando i rischi di uno Stato eccessivamente intrusivo e burocratico.
Sempre a fianco di Giovanni Macrì.
Lenin Montesanto comunicatore strategico