Volano gli stracci nell’ultimo Consiglio comunale di Cariati: minoranze sul piede di guerra

CARIATI. Volano gli stracci nell’ultimo consiglio Comunale di Cariati, svoltosi nella mattinata di ieri. «Nel Consiglio comunale di ieri – afferma il consigliere di minoranza Nunzio Funaro (Le Lampare)ancora una volta non preceduto da alcuna convocazione di conferenza dei capigruppo, ci siamo ricollegati alle recenti elezioni provinciali che hanno visto la mancanza di compattezza dell’amministrazione. La vicesindaca Maria Crescente ha infatti ricevuto due voti in meno di quelli che la maggioranza avrebbe potuto attribuirle; politicamente qualcosa sta accadendo o è accaduto. A ciò, il sindaco ha però controbattuto con una sua previsione di votazione, illogicamente dedotta: il medesimo candidato da parte dell’opposizione tutta, dimenticandosi che è la maggioranza ad essere una, mentre le minoranze sono due».

Fulcro principale però, è stata la vicenda giudiziaria de Il Vascellero, su cui il consigliere di minoranza Mimmo Formaro (Le Lampare) ha richiesto la possibilità di intervenire senza ottenerla. «La Presidente Montesanto – dichiara L’Alternativa C’è – non ha ritenuto utile far esprimere sul punto, ad esempio, anche i consiglieri di minoranza de Le Lampare che ne avevano fatto esplicita richiesta; avrebbe potuto farlo anche se il regolamento non lo prevedeva in ossequio a quella tanto decantata democrazia più volte richiamata dal sindaco oppure sulla base delle consolidate prassi del passato quando l’allora Presidente del Consiglio Cicciù, probabilmente già accordatosi con pezzi dell’attuale compagine amministrativa, faceva parlare sempre la minoranza, a detrimento degli stessi spazi riservati alla maggioranza». Dello stesso avviso Le Lampare: «C’è un bavaglio al buonsenso, per forma detto ‘’regolamento’’, da tirare in causa ogni qualvolta convenga alla maggioranza».

La risposta alla suddetta interrogazione consiliare, mossa da L’Alternativa C’è, è per le minoranze insoddisfacente. L’amministrazione, infatti, ha manifestato la volontà di nominare un tecnico per individuare ed accatastare beni che risulterebbero già individuati dalla sentenza di condanna definitiva. L’opposizione tutta lamenta quindi la mancanza di celerità nell’intervento, che fa loro pensare a un conflitto di interessi sulla questione Vascellero.

In particolare, Le Lampare denunciano: «Anche in questa delicata vicenda la linea adottata dall’amministrazione è preservare il privato a discapito della collettività, senza assumere una posizione netta e al fianco dei cittadini che onestamente e dignitosamente pagano le tasse. Si sottintendono e si riconfermano le solite e annose logiche di profitto, già presenti nella composizione della lista. Si spiega la presenza di determinati elementi dal passato amministrativo fallimentare. Per questo motivo non abbiamo stretto con loro alleanze, e non abbiamo creduto al cambio di rotta che tanto inneggiavano in campagna elettorale e che oggi, con il perpetuarsi degli affidamenti di incarichi ad amici e dei pagamenti di cambiali elettorali, possiamo dire certamente sia ben lontano. È questo il ‘’fermento culturale’’ di cui parlavano?».

All’ordine del giorno anche la proroga delle concessioni balneari in scadenza al 31 dicembre, che L’Alternativa C’è definisce ‘’ culmine dell’incompetenza al potere’’. Il sopraccitato gruppo ha difatti invitato Sindaco, Consigliere Comunale e Segretario Comunale a rivedere quanto proposto nell’ordine del giorno, in quanto proroga e atto non di competenza del Consiglio Comunale. Si è ritenuto comunque far votare per il rinvio del punto con la motivazione di riportarlo in Consiglio dopo l’emanazione del Decreto Milleproroghe del Governo Centrale e l’astensione motivata delle minoranze. Quasi al termine dei lavori consiliari, la Giunta Municipale che prima sosteneva il contrario, delibera la proroga di queste concessioni, perché appunto non di competenza del Consiglio, esattamente come aveva precedentemente richiesto, inascoltato, il consigliere di minoranza Saverio Greco (L’Alternativa C’è).

Quest’ultimo poi sottolinea un ulteriore errore: la delibera, per come approvata, potrebbe non produrre effetti sulle concessioni degli operatori, arrecandogli un danno. «La proroga consentita ex lege – spiega Saverio Greco – e richiamata nella delibera, richiede che la procedura selettiva sia iniziata e si sia in presenza di ragioni oggettive che ne impediscono la conclusione entro il 31 dicembre 2023, mentre nella delibera formulata si dà atto che la procedura selettiva non è proprio iniziata, facendo di fatto venire meno l’efficacia della proroga e decretando la decadenza delle concessioni stesse alla fine dell’anno in corso».

Virginia Diaco

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