TROPEA – Mancata emissione delle ordinanze contingibili ed urgenti di quarantena per covid nel periodo marzo – aprile 2020, il Sindaco di Tropea Giovanni Macrì è stato assolto dal reato di omissione di atti d’ufficio per non aver commesso il fatto.
Questi i fatti.
Al Sindaco di Tropea la Procura della Repubblica di Vibo Valentia contestava il reato di cui all’art. 328 c.p. per aver omesso di emanare le ordinanze contingibili ed urgenti a seguito di proposta dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo Valentia, nel periodo dal marzo aprile 2020 (Ordinanze di quarantena Covid).
Il procedimento penale era originato dalla segnalazione effettuata dalla Legione Carabinieri “Calabria”, Stazione di Tropea.
Sosteneva la polizia giudiziaria che il Sindaco, per ogni segnalazione dell’ASP, che prescriveva al soggetto positivo al Covid (ovvero quello che aveva avuto contatti diretti con il positivo) di rimanere in quarantena presso il proprio domicilio, avrebbe dovuto emanare tante Ordinanze contingibili ed urgenti ex articolo 50, comma 5 D. Lgs 267/2000.
Il Sindaco, tramite il proprio difensore l’avv. Guido Siciliano, depositava una corposa memoria difensiva nella quale si evidenziava che le Ordinanze contingibili ed urgenti in materia di sanità e limitative della libertà, potevano essere legittimamente emanate quando vi erano problematiche sanitarie a “carattere esclusivamente locale” (certamente la pandemia da Covid non rientrava in questa categoria). Ed ancora, essendo il potere di ordinanza extra ordinem non poteva intervenire nel momento in cui lo Stato aveva emanato tutta una serie di Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri (all’epoca Conte) che, tra l’altro, vietavano ai sindaci, per l’appunto, di far ricorso a questo strumento. In ultimo, la Ordinanza in parola sarebbe stata una inutile duplicazione delle direttive già impartite al cittadino direttamente dall’ASP che procedeva al relativo controllo ed al sostegno medico. Controllo effettuato dal Comune di Tropea attraverso i propri Vigili Urbani, che venivano immediatamente notiziati dei provvedimenti di quarantena notificati dall’ASP di Vibo Valentia.
Il Sindaco veniva comunque rinviato a giudizio davanti al Tribunale Collegiale di Vibo Valentia per la celebrazione del processo. Alla prima udienza all’apertura del dibattimento il “colpo di scena” il Pubblico Ministero chiede l’immediato proscioglimento del Sindaco ai sensi dell’art. 129 c.p.p. per non aver commesso il fatto. Il Tribunale dava la parola all’accusa e alla difesa per le conclusioni (entrambi chiedevano una sentenza di assoluzione) ed emetteva sentenza di assoluzione per non aver commesso il fatto, con motivazione contestuale.
Grande compiacimento è stato espresso dall’Avv. Guido Siciliano per le conclusioni cui è giunto il Tribunale, così come viva soddisfazione è stata espressa dal Sindaco Avv. Giovanni Macrì: “Viene ancora una volta certificato dalla Magistratura la bontà del nostro operato, improntato a legalità e trasparenza e teso esclusivamente al bene dell’Ente. Tra l’altro, nel periodo Covid, ma in tutta la mia consiliatura in verità, vi è sempre stato un coordinamento continuo con gli organi sovracomunali (Prefetto, Azienda Sanitaria Provinciale, Presidente della Regione) nella gestione dell’attività amministrativa del Comune di Tropea”.
Comunicato stampa