Dal 19 al 25 Novembre si è svolta a Helsinki la prima delle mobilità del Progetto Erasmus assegnato all’Istituto Comprensivo Erodoto.
«L’attività di job shadowing rientra tra quelle progettate nell’ambito dell’accreditamento Erasmus che vedrà l’Istituto impegnato in attività formative da qui ai prossimi cinque anni. Iniziative che aiutano il personale scolastico e gli alunni a confrontarsi con i diversi sistemi europei, ad esercitare le competenze linguistiche e a imparare nuovi metodi didattici attraverso attività di formazione che si realizzano nelle varie destinazioni». E’ quanto dichiara la Dirigente Scolastica Susanna Capalbo dopo la permanenza a Helsinki con un gruppo di docenti. La mobilità in terra finlandese ha ovviamente consentito di conoscere da vicino il sistema scolastico che al momento è riconosciuto quale modello più avanzato. Secondo l’indice Ocse, la Finlandia in Europa è seconda solo all’Estonia, e si piazza al decimo posto nella classifica mondiale mentre l’Italia si trova tra le nazioni di seconda fascia, classificandosi al 34esimo posto.
La particolarità del sistema si può ricondurre ad alcuni elementi quali: una formazione di alto livello per i docenti di ogni scuola; un investimento generale sulla cooperazione e non sulla competizione; tempo scuola più disteso; un ambiente inclusivo; minima quantità di compiti; maggiore attenzione all’autonomia dell’alunno nonché un’organizzazione per gruppi di alunni aggregati per interesse e per livello di apprendimento.
Guardando al modello finlandese e confrontandolo con la realtà italiana emerge subito come già il reclutamento del corpo docente avvenga dopo una dura selezione; i corsi per l’insegnamento sono effettuati nelle scuole più rigorose e selettive dell’intero Paese e già nel corso degli studi universitari i futuri insegnanti iniziano a fare pratica nelle scuole come docenti aggiunti permettendo loro di essere pronti al momento dell’assunzione. Non solo, lo status sociale degli insegnanti in Finlandia è elevato e diventare docente è prestigioso quanto e come altre professioni ritenute al top nella scala sociale. Infine, il reclutamento è effettuato dal Dirigente Scolastico che si avvale della collaborazione di psicologi e consulenti per valutare le diverse competenze dei docenti. Interessante è poi l’aspetto collegato alle valutazioni che non sono previste ad eccezione di un esame alla fine dell’ultimo anno di scuola superiore. Non ci sono pertanto confronti, classifiche o competizione tra studenti, scuole o aree. Le scuole pubbliche finlandesi sono finanziate dal governo e ogni scuola condivide gli stessi obiettivi nazionali. Di conseguenza, sia che un bambino finlandese viva in un villaggio remoto o in una città universitaria, ha forti possibilità di ricevere la stessa istruzione di alta qualità. Sottolinea la dirigente Capalbo «è anche grazie a queste scelte che le scuole finlandesi sono salite ai vertici della classifica mondiale. Il merito non costituisce una caratteristica nel sistema educativo finlandese. Non ci sono scuole o insegnanti con i migliori risultati in nessuna lista. La scuola non è un posto di lavoro competitivo; piuttosto, la cooperazione è la norma».
Altro aspetto meritevole di attenzione è il tempo scuola e i compiti assegnati. Le scuole finlandesi, infatti, iniziano più tardi nel corso della giornata e spesso finiscono prima rispetto al tempo scuola italiano avvalorando gli studi che dimostrano come gli orari di inizio anticipato sono dannosi per il benessere, la salute e la maturazione degli studenti. Gli alunni finlandesi hanno il minor numero di lavoro e di compiti a casa rispetto agli studenti di qualsiasi altro Paese. Anche l’ambiente risulta totalmente inclusivo e gli studenti spesso seguono poche lezioni al giorno, hanno diverse opportunità per consumare i pasti, partecipare ad attività ricreative o semplicemente rilassarsi. Anche gli insegnanti dispongono di sale allestite in tutte le scuole dove possono rilassarsi, prepararsi il pranzo e le lezioni o semplicemente chiacchierare.
Prosegue la DS «durante la presenza in Finlandia ha colpito molto anche la maggiore attenzione posta sull’autonomia dell’alunno: già gli spazi comuni (corridoi, atri, giardini) sono vissuti dai ragazzi senza la presenza dei docenti. Forti di una normativa sulla vigilanza meno vincolante, gli studenti finlandesi durante gli intervalli tra una lezione e l’altra possono leggere, muoversi in giardino o nei corridoi, giocare o semplicemente stare da soli. La cura di questo aspetto viene percepita anche nelle lezioni di economia domestica, nel laboratorio di falegnameria o in quello per riparare le biciclette. L’idea è quella di potenziare l’autonomia nelle attività pratiche di tutti i giorni: lavare, stirare, cucire, cucinare, servire a tavola, saper costruire manufatti ed essere capaci di saper riparare una bici nel caso in cui nel tragitto casa scuola la bici dovesse andare in panne».
A differenza della scuola italiana quella finlandese poi, non è organizzata per classi o almeno non lo è secondo le età anagrafiche degli alunni: obiettivi uguali per tutti ma con modalità metodologiche e tempi differenziati nel rispetto degli stili di apprendimento degli alunni. Insomma, un modello scolastico che valorizza, in maniera significativa, anche gli spazi fisici che destina non solo all’acquisizione delle conoscenze ma anche e soprattutto al benessere dell’alunno attraverso spazi ameni per lo sport, per il relax o per stare semplicemente in pausa.
Con le dovute proporzioni, continua la Dirigente Capalbo, «ritengo che il modello Scuola Senza Zaino abbia qualche affinità con il sistema scolastico finlandese pur consapevole di alcuni elementi di sistema che non possono essere sovrapponibili. Le somiglianze principali riguardano l’approccio olistico all’istruzione, l’importanza della creatività e della personalizzazione dell’apprendimento e l’attenzione al benessere degli studenti e non solo alla qualità e quantità dei compiti. Per il resto, come ribadito, si tratta di promuovere riforme di sistema che in Italia sono avviate ma non completate, anche se le scuole, dotate di autonomia organizzativa e didattica, possono fare la loro parte in termini di innovazione». (comunicato stampa)