Corigliano Rossano: Lo Moro sfugge al confronto istituzionale, FDI denuncia mancanza di trasparenza e gestione arbitraria dei poteri

 (nota – Fdi) – Il coordinamento cittadino di Fratelli d’Italia si sente in dovere di intervenire con fermezza a seguito della recente lettera pubblicata dal Segretario Generale del Comune, Paolo Lo Moro, che ha scelto di utilizzare i media per rispondere a interrogativi riguardanti la sua gestione amministrativa e la sua concentrazione di incarichi dirigenziali. Riteniamo che questa scelta rappresenti un chiaro tentativo di sottrarsi al confronto democratico e istituzionale con i soggetti eletti dai cittadini. È inconcepibile che un Segretario Generale, figura di garanzia all’interno dell’amministrazione, si esprima a mezzo stampa, eludendo così il doveroso dialogo con il Consiglio Comunale e i suoi rappresentanti democraticamente eletti. Lo Moro si espone pubblicamente cercando di influenzare l’opinione pubblica senza fornire le necessarie delucidazioni nelle sedi istituzionali appropriate.

Un comportamento contraddittorio e arbitrario

È evidente che Lo Moro, con questa sua mossa, tenti di distogliere l’attenzione dalle vere questioni sollevate riguardanti la sua gestione amministrativa, che presenta numerosi punti critici. Da un lato, il Segretario afferma di aver assunto diversi incarichi dirigenziali “ad interim” senza compenso aggiuntivo, dipingendo questa scelta come un sacrificio a favore della collettività. Dall’altro, non si può ignorare che questa concentrazione di potere, che include anche la responsabilità di prevenzione della corruzione, rappresenti un evidente rischio di conflitto di interessi. Una figura che cumula tanti ruoli di rilievo all’interno dell’amministrazione può effettivamente agire con imparzialità e garantire il rispetto delle normative anticorruzione? Inoltre, Lo Moro si appella alla legalità delle sue nomine dirigenziali, facendo riferimento ai decreti sindacali come giustificazione per il suo operato. Tuttavia, la questione non riguarda esclusivamente la regolarità formale degli atti, ma la loro opportunità e la trasparenza con cui sono stati adottati. La concentrazione di incarichi in una sola persona, per giunta con un ruolo di controllo interno così delicato, mina la fiducia nella gestione pubblica e solleva perplessità tra i cittadini.

 Il nodo del conflitto di interessi e del cumulo di incarichi

Uno dei punti più controversi riguarda proprio il cumulo di incarichi che Lo Moro ha gestito negli ultimi mesi. Il Segretario Generale non solo ha assunto la responsabilità del Settore Risorse Umane, ma anche quella dei Settori Bilancio e Patrimonio, proprio in un periodo in cui l’amministrazione comunale si trovava in una fase cruciale del ciclo politico-amministrativo. Lo stesso Lo Moro ha ammesso di essere stato individuato dal Sindaco come responsabile di tali settori ad interim per sopperire alla temporanea assenza di un dirigente titolare. Tuttavia, ciò che desta preoccupazione è la mancanza di chiarezza e trasparenza su queste nomine. Sebbene formalmente legittime, non è mai stato chiarito in modo esaustivo perché non si siano esplorate altre opzioni per distribuire tali responsabilità a figure diverse. La concentrazione di potere nelle mani di una sola persona, per quanto ad interim, crea una situazione in cui i controlli e gli equilibri interni sono gravemente compromessi. Fratelli d’Italia ritiene doveroso ribadire che un’amministrazione comunale deve garantire sempre la separazione delle funzioni e dei poteri per evitare qualsiasi ombra di dubbio o sospetto. La situazione creatasi con Paolo Lo Moro rappresenta, a nostro avviso, un pericoloso precedente in cui una figura già investita di compiti delicati, come la prevenzione della corruzione, cumula ulteriori responsabilità dirigenziali che rischiano di creare conflitti di interesse.

Gestione dei concorsi pubblici: trasparenza o manipolazione?

Altro aspetto che merita particolare attenzione è la gestione dei concorsi pubblici in corso d’opera, in cui il Segretario Lo Moro ha rivestito un ruolo di primo piano. Anche qui, ci troviamo di fronte a una serie di domande rimaste senza risposta. La coincidenza tra la fase finale del mandato politico-amministrativo e l’indizione di bandi di concorso per tre posti dirigenziali non può essere ignorata. Nonostante Lo Moro abbia dichiarato di aver agito nel pieno rispetto delle tempistiche elettorali, evitando di indire le prove durante la campagna elettorale, è inevitabile che sorgano interrogativi sulla reale trasparenza e imparzialità del processo. Il coinvolgimento diretto del Segretario Generale, già sovraccarico di incarichi, nella gestione di questi concorsi rafforza i dubbi su una possibile mancanza di oggettività e di equità. Fratelli d’Italia richiede, pertanto, che venga fatta piena luce su tutte le fasi di questi concorsi e che si garantisca la massima trasparenza, affinché non vi sia alcun sospetto di favoritismi o manipolazioni.

Un procedimento penale ignorato

Infine, non possiamo dimenticare che Paolo Lo Moro è attualmente coinvolto in un procedimento penale per falso ideologico, un elemento che aggiunge ulteriori ombre sulla sua figura. Sebbene il Segretario cerchi di minimizzare l’importanza di tale procedimento, ribadendo la sua presunta innocenza e sottolineando la fase preliminare in cui si trova, sostenendo di aver chiesto il rito abbreviato, però, guarda caso, assistiamo a reiterati rinvii per legittimo impedimento, riteniamo che una figura pubblica di tale rilievo debba fare un passo indietro per garantire la serenità e la trasparenza dell’amministrazione comunale. Il coordinamento cittadino di Fratelli d’Italia chiede, dunque, un immediato chiarimento da parte del Sindaco e delle autorità competenti su tutte le questioni sollevate. È fondamentale ripristinare un clima di fiducia e trasparenza all’interno del Comune, garantendo che i ruoli istituzionali siano rispettati e che i consiglieri comunali possano esercitare le loro funzioni senza dover passare attraverso filtri mediatici. Il comportamento di Lo Moro, che preferisce rispondere attraverso la stampa anziché nelle sedi appropriate, è inaccettabile e non fa altro che alimentare ulteriori dubbi e sospetti. Fratelli d’Italia continuerà a monitorare attentamente la situazione, chiedendo che venga fatta piena luce su tutte le scelte amministrative adottate e che vengano rispettati i principi di trasparenza e imparzialità che devono sempre guidare l’azione pubblica.

Intendiamo fare chiarezza ed è per questo che alleghiamo la nota ufficiale sull’intervento dell’ANAC dalla quale emerge che:

  1. L’ANAC ha avviato un procedimento di vigilanza in materia di prevenzione e corruzione nei confronti del Comune di Corigliano Rossano;
  2. È stata inviata una raccomandazione finalizzata ad integrare la sottosezione “Rischi corruttivi e trasparenza”…..Forse perché non era previsto?
  3. Ha raccomandato di individuare il soggetto che deve verificare l’eventuale conflitto e il possibile sostituto…quindi Lo Moro non era idoneo? È questo il motivo per il quale è stato incaricato il colonnello Greco?
  4. Specifica che per il caso concreto, il RPCT è tenuto ad astenersi…quindi si riconosce che Lo Moro è incompatibile?
  5. Tutto ciò deve riguardare soprattutto la materia dei concorsi dato che il RPCT sta gestendo le procedure per l’assunzione di Dirigenti a tempo indeterminato….chi la sta gestendo, Lo Moro? Quindi il richiamo è rivolto a lui?
  6. Il consiglio valuterà puntualmente le circostanze in relazione alle quali si sarebbe verificato il reato per assumere le decisioni laddove abbiano rilievo…quindi ci potrebbe essere un reato per cui l’autorità intende vigilare e determinarsi successivamente?
  7. in conclusione “l’autorità svolgerà una apposita attività di monitoraggio sul corretto recepimento da parte dell’Amministrazione delle indicazioni fornite…quindi l’amministrazione comunale è sotto controllo da parte dell’autorità nazionale anticorruzione?

 

                                                                    

Il Coordinamento Cittadino di Fratelli d’Italia

Di seguito la lettera pubblicata dal corriere della calabria di Paolo Lo Moro.

 « E’ il caso di riportare i tasselli al posto giusto al fine di capire bene il senso delle cose quando il discorso verte su un Dirigente comunale; nel mio caso sul Segretario Generale di un ente di medio-grandi dimensioni.
Su impulso di un comunicato proveniente da un partito politico presente nella consiliatura, Fratelli d’Italia, alcune testate online (non tutte, in verità) hanno titolato circa un “abuso di potere” con riferimento alla circostanza che io avessi concentrato negli ultimi mesi un preoccupante cumulo di incarichi (dirigenze ad interim, per la precisione). E, come sollevato dallo stesso partito in un esposto all’Autorità Nazionale anticorruzione (ANAC), si è paventata l’esistenza di un latente conflitto di interessi, essendo io il Responsabile della Prevenzione della corruzione dell’ente.
Intanto precisiamo che il mio non è l’esercizio di un potere, ma caso mai l’espletamento di un servizio pubblico, caratterizzato per definizione dalla terzietà. Io non sono parte – in nessun senso si possa intendere tale termine – ma il garante di un equilibrio politico-amministrativo al servizio solo ed esclusivamente dell’interesse pubblico.  E’ altrettanto evidente che “abuso” non può esservi, perché, fin dalla nomina segretariale – effettuata a seguito di selezione colloquiale e comparativa – alla radice del mio incarico c’è un atto monocratico, che è il Decreto sindacale.
Ebbene, anche nella circostanza che ci occupa – quella del paventato cumulo di incarichi – è un Decreto del Sindaco a decidere il “se” e il “come”, ossia a motivare l’atto. Io mi limito a rispondere presente, come ho sempre fatto nella carriera, e a mettermi al servizio della collettività amministrata.
Importante precisare che questo “cumulo” di dirigenze ad interim avviene senza un ritorno economico, a titolo assolutamente gratuito; io percepisco il mio stipendio e basta! Per volontà del Legislatore non percepisco nemmeno i diritti di rogito sugli atti pubblico-amministrativi, nonostante svolga settimanalmente la funzione di Ufficiale Rogante per conto dell’ente: esattamente come i Notai.
Scendiamo nel merito: che cosa è accaduto nel mese di dicembre, ossia quando nasce questa sequenza di titoli? Gravi motivi di salute costringono un nostro Dirigente, titolare del Settore finanziario ex art. 110 TUEL e investito di ben tre conferimenti ad interim (Risorse Umane, Patrimonio e Tributi) ad assentarsi per circa tre mensilità e, dopo una brevissima ripresa di servizio, a desistere dal suo incarico a contratto. Siamo all’altezza della fine mandato e per l’Amministrazione si pone il problema, non da poco, di raggiungere gli obiettivi cruciali del Programma politico-amministrativo.
Con le motivazioni che il Sindaco ritiene di precisare nei Decreti, vengo individuato quasi subito come titolare del Settore Risorse umane a fronte dei numerosissimi bandi che aspettavano di essere messi in rete per assicurare il buon esito del Piano assunzionale. Non solo, ma, stante il protrarsi dell’assenza del Dirigente Finanziario, per validi motivi non confermato dopo le elezioni, il Sindaco pensa bene di conferirmi l’incarico ad interim dei Settori “Bilancio e servizi finanziari” e “Patrimonio”. Tutto avviene per scelta monocratica dell’unico organo competente in materia di nomina dirigenziale, ossia il Sindaco. Io, sia pure visibilmente affaticato, non mi sottraggo a questo munus e faccio del mio meglio per essere all’altezza dei compiti che mi vengono affidati.
In particolare, porto avanti con grande celerità la macchina assunzionale, pur consapevole che le prove concorsuali si sarebbe tenute a congrua distanza dal periodo elettorale, onde evitare comprensibili strumentalizzazioni da parte di chicchessia.
Tra i concorsi in svolgimento ben tre concernono l’assetto dirigenziale, ovverosia l’orizzonte che mi avrebbe consentito di dismettere – finalmente – quell’impressionante cumulo di incarichi, ripeto, non remunerati in alcun modo -. Con questa mia narrazione s’intreccia il carteggio con ANAC, attivato dall’esposto del partito “Fratelli d’Italia”. La prima “riservata” dell’Autorità è del 25 maggio, quindi poco prima delle consultazioni elettorali ed è una richiesta di chiarimenti alla quale il Sindaco risponde chiarendo come la mia forzosa nomina a più dirigenze ad interim avesse integrato quel carattere dell’extrema ratio, non potendo egli fronteggiare diversamente le numerose incombenze di fine mandato. In quella missiva di risposta, il Sindaco chiarisce le motivazioni di quella sua scelta nonché l’oggettiva mancanza di alternative praticabili.
ANAC riscrive ad agosto, rimproverando l’ente della mancata risposta alla “riservata” di maggio e rappresenta al Sindaco di esercitare con quella nuova missiva “riservata” il potere di vigilanza che gli spetta per legge. Il Sindaco riscontra prontamente inviando ad ANAC copia della ricevuta della PEC inoltrata a maggio e comunque chiarisce nuovamente – e allo stesso modo – le circostanze che lo avevano indotto ad emanare quei decreti sindacali che individuavano nel Segretario Generale dell’ente la reggenza ad interim di una serie di Dirigenze, spiegando altresì che la primigenia reggenza ad interim di Avvocatura Civica, che nella Macrostruttura dell’ente è individuata come Settore, deriva dal fatto che il Segretario Generale è l’unica persona, tra i Dirigenti in servizio, a possedere la laurea in Giurisprudenza. Non solo: il Sindaco chiarisce che nessun ostacolo derivava per lui dall’esistenza di un procedimento penale in itinere, alla fase delle indagini preliminari, sia per la sacrosanta presunzione di non colpevolezza, sia per la grande stima e fiducia nutrita nei miei confronti.
L’8 agosto ANAC prende atto dei chiarimenti forniti e produce quella che in gergo tecnico si chiama “Raccomandazione”, che è un invito oggettivo alla prudenza da esercitare nel caso concreto in assoluta autonomia e senza obblighi od imposizioni di sorta e, da ultimo, prevedendo in un integrazione del PIAO una puntuale disciplina dei conflitti di interesse.
Il Sindaco, ossequiando le indicazioni dell’Autorità, ritiene di procedere ad un momentaneo avvicendamento nel ruolo di Responsabile della prevenzione della corruzione, essendo imminenti le prove concorsuali per la copertura dei tre posti di Dirigente, individuando il sostituto nella persona del Dirigente e Comandante della Polizia Locale.
Non si è trattato, dunque, né di una mia rimozione, da intendersi in senso sanzionatorio, né di un’imposizione dell’Autorità, bensì, ancora una volta, di una scelta monocratica del Sindaco, esercitata a mezzo Decreto debitamente motivato. Non solo: il Sindaco, ringraziando ANAC per i suggerimenti ricevuti, rassicura l’Autorità circa una prossima integrazione del PIAO nella sezione “rischi corruttivi”.
Tutto, quindi, lineare e trasparente: altro che opacità e consorteria tra Sindaco e Segretario Generale votata alla corruzione ed all’accomodamento degli atti, in particolare dei concorsi pubblici. 
A sostenerlo, con un comunicato dell’11 settembre, è l’intero gruppo di minoranza, riportato con immediatezza sulle stesse testate online (ancora una volta, non tutte), che grida alla “Bufera e allo scandalo”. Gli argomenti sono esattamente quelli da me succintamente rappresentati.
La cosa davvero speciosa deriva dal fatto che il Segretario Generale non distingue, nella consiliatura, tra maggioranza e minoranza, non essendo assolutamente di parte (anche se funzionale al raggiungimento dei risultati presenti nel Programma di indirizzo politico-amministrativo).
Quindi trovo davvero incomprensibile come un intero blocco di consiglieri comunali, sulla base di congetture e di illazioni assolutamente non dimostrabili, perché prive di consistenza, si scagliano “politicamente” contro una figura che dovrebbe, viceversa, garantirli nell’espletamento del rispettivo mandato consiliare. Non ritengo di dover ingigantire la mia “statura morale” a supporto della mia personale terzietà, esercitata in trent’anni di carriera senza macchia alcuna e con il pieno riconoscimento dei numerosi Prefetti con i quali mi sono incrociato nel mio percorso curricolare. Caso mai, questo ruolo spetterebbe ad altri, ma m’importa poco. Quello che conta, per me, è stabilire la giusta paternità delle cose in ossequio alla competenza a sancire le dinamiche amministrative. Ci tengo da ultimo a fare una precisazione in relazione al procedimento penale che mi vede coinvolto, sia pure, com’è ovvio, in punta di piedi. Intanto non ho alcun capo di imputazione per truffa aggravata ai danni dell’ente, come riportato nel comunicato di Fratelli d’Italia e come pedissequamente e colpevolmente confermato nelle testate online che hanno inteso pubblicarlo, senza verificarne la veridicità. Inoltre, e conclude, di fronte alle stucchevoli illazioni dei consiglieri di minoranza nel comunicato dell’11 settembre secondo cui “il Segretario Generale fuggirebbe dal processo, come denotano i reiterati rinvii. Ebbene, mi preme chiarire, che l’evocato procedimento penale, l’unico mai esistito nei miei confronti, nel quale compaiono altri otto imputati con i rispettivi difensori, ha ad oggetto, per quanto mi riguarda, il solo reato di falso ideologico, e in esso, trovandosi in udienza preliminare, per il tramite del mio legale, ho adottato manovre tutt’altro che dilatorie non solo non rendendomi personalmente protagonista di alcuna richiesta di rinvio, ma addirittura chiedendo l’immediata definizione del procedimento con le forme del rito abbreviato, al fine di giungere celermente ad una conclusione a me favorevole. Il che rende evidente la falsità della circostanza subdolamente adombrata nei miei confronti nel comunicato della minoranza consiliare.
Per il resto, parla la mia storia, personale e professionale, e la mia incapacità ontologica ad essere superficiale, perché la vita, anche attraverso il dolore, mi ha insegnato che ha un senso solo ciò che ha un valore».

 

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