Bambini, mamme, papà. Striscioni, slogan e qualche applauso emozionato. Anche Cariati ieri ha detto no alle mafie e ha voluto ricordare le vittime della criminalità organizzata con un flash mob davanti al piazzale della chiesa Cristo Re.
E riuniti per celebrare insieme la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, oltre alle famiglie e alla sindaca, c’erano anche il parroco don Mosè Cariati e la vicaria Maria Viteritti, in rappresentanza della dirigente scolastica.
Don Mosè ha ricordato ai bambini e ai ragazzi che dire no alla criminalità è sempre un’occasione di libertà. Mentre Maria Viteritti li ha invitati a riflettere sul fatto che la violenza non è solo uccidere e che anche il bullismo è una forma di abuso e di crudeltà. Un fenomeno contro il quale, secondo Viteritti, scuola e famiglia possono e devono fare tanto.
E quando è stato chiesto ai più piccoli di dare una definizione di mafia, tutti i commenti sono stati lucidi e sorprendenti. «Io non so cosa è la mafia, ma ho capito che fa male a tutti», ha detto un bimbo. «Per me invece la mafia è una cosa che uccide e che deve essere eliminata», ha aggiunto un altro.
Tutti, e come solo i bambini sanno fare, sventolavano bandierine, saltavano, si stringevano e poi ridevano per gioco, imbarazzo e divertimento. «Dovremmo imparare da voi – ha detto loro la Sindaca – , dal vostro sorriso, che è spontaneo e sa accogliere. Vedete, la mafia non è facile da individuare. Uccide, ma non solo con le armi. Sa farlo anche con le parole, con le calunnie, con le lettere anonime. Ed ha un complice, che è forse ancora più crudele: il silenzio. La vostra purezza e i vostri sorrisi genuini, che noi adulti in genere perdiamo, sono le cose che possono cambiare il mondo. Cercate di non dimenticarlo. Siete voi i nostri luoghi di speranza e i nostri testimoni di bellezza».