Governo arrogante, l’esperienza pugliese analoga alla Calabria

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La vicenda della realizzazione di un gasdotto sulla costa pugliese di Melendugno, per Alberto Laise, componente dell’assemblea provinciale di Si (Sinistra Italiana) impone delle riflessioni ed anche abbastanza serie.
“Io credo – afferma Laise – sia necessario osservare con attenzione quello che accade sulle spiagge di Melendugno. Non sono in gioco pochi ulivi secolari e qualche paranoica idea ambientalista. E’ in discussione il nostro diritto a decidere delle nostre vite. Ed è tragico che a metterlo in discussione siano gli eredi (illegittimi) di chi questo Paese lo ha reso grande”.
Sulla realizzazione del gasdotto “Il Governo italiano – aggiunge Laise – fregandosene del parere di decine di amministratori locali (circa 70), degli ultimi due governi regionali (Vendola ed Emiliano), di migliaia di cittadini pugliesi e non solo, ha deciso che gli interessi di una società privata siano “strategici” rispetto alla vita, al diritto all’autodeterminazione ed alla tutela ambientale di un pezzo di questo Paese.
Rispetto per l’ambiente, sviluppo agricolo, interessi turistici vengono messi in un angolo dalla necessità di permettere l’approdo di questo impianto.
Il governo, rispetto all’ultima interrogazione presentata da Sinistra Italiana sulla vicenda, accompagnata da un esposto in procura per le gravi denunce fatte dall’Espresso per tangenti ed episodi di corruzione, parla di “interessi strategici” ma dimentica di spiegare che, ad esempio, il fabbisogno di gas del nostro Paese è ampiamente supportato (per almeno il doppio) dagli impianti esistenti. Dimentica di dire che i posti di lavoro stabili che verranno garantiti sono pochissimi ed, al contrario, migliaia saranno quelli che si perderanno nel comparto agricolo ed in quello turistico.
Dimentica di dire che si stabilisce un principio: l’interesse del privato – una multinazionale – vale più di quello di una comunità. Viene cancellato il diritto di chi vive in un determinato luogo a scegliere come pensare la propria terra.
Decine di sindaci, in gran parte iscritti a quello stesso partito che governa a Roma, presi a manganellate dalla polizia per difendere interessi particolari e, spesso, tangenti e malaffare.
Noi calabresi abbiamo avuto un piccolo esempio dell’arroganza governativa in occasione delle trivellazioni petrolifere. Oggi, dopo la cancellazione del divieto a procedere alla trivellazione petrolifera entro le 12 miglia dalla costa, rimangiandosi tutte le promesse pre-referendarie. Lo fanno nella sanità quasi a far finta che non governino a Roma come a Catanzaro, lo continueranno a fare anche in questa occasione. E saranno le stesse facce – così termina Laise – che si stanno preparando a parlarci di termovalorizzatori e/o inceneritori da piazzare nella piana di Sibari; saranno gli stessi che ci spiegheranno che a Scala Coeli e Celico bisogna costruire discariche perché “è necessario”; saranno gli stessi che amministrano – male – questa terra da decenni e l’hanno resa la più povera d’Italia”.
La politica dei due pesi e delle due misure insomma. Occorre coerenza tra ciò che si millanta nelle campagna elettorali e ciò si attua quando si governa.

(fonte: La Provincia di Cosenza)

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