Idem a Sant’Angelo a Rossano. Uno degli operatori turistici tra i più noti della costa rossanese Fabio Murano dalla propria pagina facebook giustamente sbotta riproducendo immagini circa l’accaduto: “Guardate in che condizioni dobbiamo stare dopo tre anni dall’alluvione2015 … Nell’alluvione del 2015 senza un soldo di rimborso ho dovuto chiudere la struttura perché inagibile e ho dovuto pagare anche parti strutturali comunali adiacenti al lido Azzurro perché il comune non li fece e di più pagai tutta l’annualità senza avere nessuno sgravio. Questa è l’Italia, questa è Rossano”.
I social, in determinati momenti, rappresentano un ottimo indicatore del malessere diffuso in materia di gestione del territorio. E sempre da facebook, l’ex sindaco Tonino Caracciolo, geologo, riprende il tema non lesinando responsabilità politiche: ”Abbiamo scritto decine di documenti per far capire che dopo l’ alluvione del 2015 andava fatto un serio piano innanzitutto di manutenzione della rete di scolo delle acque piovane, che i due signori Sindaci dovevano sedersi ad un tavolo con tutti i soggetti interessati per poi attuarlo, che andava pressata la Regione per gli interventi più rilevanti. Nulla di tutto questo, solo chiacchiere. Salvo poi a lamentare i danni. Così andava Rossano. Ora è il momento di proporlo al Commissario Bagnato: che si esca subito con un serio ed efficace piano di intervento che preveda la manutenzione ordinaria e straordinaria ed i necessari interventi strutturali. Occorre mettere allo stesso tavolo il Comune, la Regione, la Provincia, Calabria Verde e Consorzio di Bonifica, e poi Anas e Ferrovie dello Stato. Chiedere conto del perché tardino tanto i finanziamenti del Dipartimento Nazionale di Protezione Civile. Insomma occorre lavorare sodo. E’ quello che noi proponiamo, disponibili a dare una mano”.
La Direttiva 2007/60/ CE del 23 ottobre 2007 (gestione dei rischi di alluvioni), stabilisce che si dia attuazione a una valutazione preliminare mediante la descrizione di quanto accaduto in passato e delle conseguenze negative, prescrive l’elaborazione di mappe della pericolosità da alluvione che contenga la perimetrazione delle aree geografiche che potrebbero essere interessate al fenomeno.
A tal riguardo si attuano dei piani di gestione del rischio di alluvioni coordinati a livello di distretto idrografico.