Più soggetti non rientranti nelle categorie fragili hanno ricevuto il vaccino
«Abbiamo provveduto prima a segnalarli ai medici di famiglia- affermano in un documento – che in un primo momento sembravano dover gestire la loro vaccinazione in accordo con Asp e Adi, poi alla prenotazione sulla piattaforma telematica. Su quest’ultima, a prenotazione accettata, compariva la dicitura “verrete contattati dall’Asp d’appartenenza”. In realtà nessuno, fino ad oggi, ha provveduto a contattare chicchessia. Abbiamo anche provato a chiedere chiarimenti ai vari uffici ma sembra impossibile poter aver una risposta certa o, almeno, l’indicazione di una procedura da seguire. Ci è stato detto di provare a chiedere informazioni ai centri vaccinali ovvero di portare i nostri cari li per provare a inserirli tra le cosiddette “riserve” ma è impossibile inserirli negli elenchi “prenotati” ed è impossibile portarli in loco avendo almeno la sicurezza che, una volta trasportati – operazione alquanto complicata e onerosa in alcuni casi (necessita l’ambulanza) – non vi sarebbe la garanzia di trovare, in coda, la dose “avanzata”». I firmatari dell’esposto in procura contestano «la scelta di mettere in coda i soggetti più vulnerabili che, per via della loro situazione di “grave invalidità” sono costretti, loro malgrado, ad avere un costante contatto con il mondo esterno per via della loro condizione». Tanti gli interrogativi posti, fra tutti emerge quello più fastidioso: «Perché più soggetti non rientranti nelle categorie a rischio hanno ricevuto le vaccinazioni? Su quest’ultimo punto occorre un immediato intervento della Procura della Repubblica, ed a questo proposito abbiamo presentato diversi esposti ed altri siamo disponibili a presentare, affinché si acceda agli elenchi dei cittadini vaccinati ed accertare il loro diritto ad averli avuti presso gli studi medici, gli ospedali ovvero i centri vaccinali».