È quanto chiarisce, in modo inequivocabile, il Presidente del Gruppo UDC in Consiglio regionale, componente della Terza Commissione permanente sulla Sanità e promotore della Proposta di Legge sulla Riforma della Sanità in Calabria, Giuseppe Graziano, ponendo all’attenzione del Consiglio e della Giunta regionale dei concetti cardine all’interno dei quali è necessario riportare la discussione sulla gigantesca emergenza sanitaria che da anni vive il territorio della Sibaritide.
«Con molta franchezza e sincerità – aggiunge Graziano – credo che l’unico strumento per infondere fiducia ai cittadini sia quello di essere conseguenti alle attese. Ci sarà tempo e modo di ritornare sul territorio quando i lavori del nuovo ospedale saranno ultimati ed il presidio pienamente operativo e avrà iniziato a colmare il profondo gap sanitario che c’è nella Calabria del Nord-Est. Purtroppo le infinite passerelle e pose di prime pietre che si sono consumate nel corso degli ultimi 13 anni hanno solo fomentato malessere e disapprovazione. Tra l’altro era stata la stessa Jole Santelli ad ammonire tutta la coalizione sulla inopportunità di fare politica sulle opere incompiute. E l’ospedale di Insiti è ancora una di queste. Perché si potrà cantare vittoria solo quando quell’ospedale sarà operativo e funzionante».
«Inoltre – aggiunge il capogruppo UDC – rimettere in ballo la casa della salute nel “Cosentino” di Cariati è un pericoloso spauracchio. Non ci siamo. Perché a Cariati va riaperto l’ospedale, senza altre camuffate soluzioni. Anche in questo caso lo prevede una chiara volontà della presidente Santelli, con la quale abbiamo lavorando ad una Riforma del sistema sanitario calabrese che è diventata proposta di legge, prevedendo appunto la riapertura degli ospedali periferici. Volontà questa che il commissario alla sanità Guido Longo ha ratificato, appena venti giorni fa, in Consiglio regionale ribadendo chiaramente che la riapertura dell’ospedale di Cariati sarà inserita nella rete ospedaliera del Dipartimento della Salute. E questo perché, oggi più che mai, dopo aver attraversato il tunnel oscuro della pandemia pagandone un prezzo altissimo, è doveroso dare una risposta in termini di servizi sanitari ad un territorio a cui è stato letteralmente scippato il diritto alla salute» (Comunicato stampa).