Il Frecciarossa Sibari-Bolzano, unico collegamento diretto tra l’arco ionico e il nord Italia, potrebbe sparire. A lanciare l’allarme è Rosa Silvana Abate, ex senatrice e componente dell’associazione Schierarsi. Secondo Abate, si rischia un grave isolamento del territorio e le istituzioni regionali restano ferme.
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Tre i segnali che preoccupano. Il primo riguarda il progetto di alta velocità: la tratta Praia-Tarsia è stata modificata con criteri che penalizzano l’intera area ionica. La nuova configurazione, invece di favorire l’integrazione del sistema ferroviario, lo indebolisce, rendendo più difficile la connessione con il resto del Paese.
Il secondo elemento critico riguarda le stazioni. A Sibari e Torano i marciapiedi non sono ancora stati adeguati agli standard richiesti per i treni ad alta velocità. Tecnici RFI hanno riscontrato problemi e segnalato la necessità di interventi, ma ad oggi nulla si è mosso. Queste carenze non sono solo un ostacolo tecnico: hanno già causato almeno tre incidenti, con sei feriti gravi.
Il terzo punto critico è l’accordo firmato a marzo tra il Ministero e SIMET sul potenziamento del trasporto lungo l’arco ionico. «Un’intesa che suona più come una mossa di facciata», spiega Abate. Mancano infatti indicazioni chiare su come garantire o incrementare i collegamenti su ferro. Tutto resta vago, privo di azioni vincolanti.
A preoccuparla è anche l’assenza di una visione d’insieme da parte della Regione. «Il presidente dovrebbe farsi carico del problema e agire. Il Frecciarossa non è solo un treno comodo: è un servizio essenziale per chi viaggia per salute, lavoro o turismo».
Abate sottolinea che non bastano tavoli e convegni. «Servono documenti, progetti, richieste ufficiali. Bisogna presentare piani di fattibilità, pretendere risorse e confrontarsi con i vertici RFI e Trenitalia. O si progetta o si perde».
Chiama in causa anche i sindaci. «È tempo che escano dal silenzio. Nessuno può restare a guardare. Serve una rete compatta, un’azione collettiva che coinvolga Comuni, Provincia, Città metropolitana, parlamentari, associazioni. Se non si muove il territorio, non si muove nulla».
Nel frattempo, i problemi alle infrastrutture restano. I marciapiedi inadeguati mettono a rischio ogni giorno chi prende quel treno. «Non si può attendere il prossimo infortunio. Il tempo è scaduto. O si interviene, o si rinuncia a un diritto».
Una risposta
Ma da sibari a crotone ci sono i treni?? È un anno che dicono che fanno i lavori ma io non vedo nessuno ed i cittadini e le istituzioni mute.