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Acheruntia, ventidue rinvii a giudizio: c’è anche Michele Trematerra

omicidio cariati

Acheruntia: ventidue imputati rinviati a giudizio.

Una condanna ad otto anni di reclusione ed un’assoluzione con formula piena per gli unici due imputati che avevano scelto di essere giudicati nelle forme del giudizio abbreviato.

Il Procuratore Distrettuale, Dott. Pierpaolo Bruni, aveva chiesto la condanna a nove anni di reclusione per Gentile Rinaldo per il reato di associazione mafiosa ed altresì la condanna a quattro anni di reclusione per Cofone Angelo per i reati di associazione mafiosa ed estorsione aggravata dal metodo mafioso.

Il Giudice dell’udienza preliminare, Dott.ssa Giovanna Gioia, ha invece emesso una sentenza di condanna ad otto anni di reclusione per Gentile Rinaldo, difeso dall’Avv. Cesare Badolato.

Lo stesso Giudice ha emesso invece sentenza di assoluzione “perchè il fatto non sussiste” nei confronti di Cofone Angelo, difeso dall’Avv. Pasquale Di Iacovo.

Sono stati invece tutti rinviati a giudizio davanti al Tribunale di Cosenza gli altri imputati che hanno scelto il giudizio ordinario.

Si tratta di Elio Abbruzzese, Francesco Abbruzzese, Luigi Belsito, Giuliano Bevilacqua, Alfredo Bruno, Giuseppe Burlato, Domenico Cappello, Franco Caruso, Andrea Cello, Adolfo D’Ambrosio, Claudio Dolce, Giampaolo Ferraro, Angelo Gencarelli, Salvatore Gencarelli, Massimo Greco, Enzo La Greca, Luigi Maiorano, Gemma Martorino, Giuseppe Perri, Antonio Rosa, Giuseppe Tarsitano e Michele Trematerra.

Cinque anni di indagini partite dopo il ritrovamento di una bottiglia incendiaria quale atto intimidatorio ai danni di un imprenditore edile.

I reati ipotizzati sono associazione mafiosa, estorsione, concussione, corruzione elettorale, usura, frode informatica e porto abusivo di armi.

Dalle indagini sarebbe emerso anche il rapporto di Gencarelli Angelo e Trematerra Michele, per i quali la procura distrettuale ha ipotizzato una condotta di ricerca di favori e scambio di voti.

Michele Trematerra ottenne nel 2010 circa undicimila voti e diventò assessore della Regione Calabria.

L’ex assessore regionale incluse nella struttura regionale Angelo Gencarelli, il quale ricopriva anche il ruolo di consigliere comunale di Acri e di presidente della commissione urbanistica.

Secondo l’accusa, Gencarelli avrebbe condizionato gli appalti, in particolare nel settore boschivo e quando ciò non avveniva il gruppo avrebbe messo in atto estorsioni chiedendo il “fiore” o con minacce avrebbe costretto le ditte assegnatarie a lasciare il lavoro.

Sempre secondo l’accusa, gli esiti dell’attività investigativa metterebbero in evidenza come Angelo Gencarelli, insieme ad Angelo Cofone e D’Ambrosio Adolfo si siano fattivamente attivati a favore del candidato Trematerra, sostenendone la campagna elettorale anche ricorrendo a metodi intimidatori nel procacciamento dei voti.

Nel collegio difensivo, tra gli altri, anche gli avvocati Vincenzo Belvedere, Pierluigi Pugliese, Marcello Manna, Antonio Quintieri, Luigi Ripoli, Lucio Esbardo.

(fonte: comunicato stampa)

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