Asta di Sibari: Cultura e arte contro la violenza di genere | VIDEO

L’asta nel Museo Archeologico di Sibari si è trasformata in un evento straordinario, richiamando circa 500 persone e coinvolgendo figure istituzionali di spicco. Un’occasione unica che ha visto l’unione di cultura, arte e impegno contro la violenza di genere. Tra le presenze di rilievo, l’assenza di alcune personalità per impegni istituzionali non ha minimamente offuscato l’importanza di questa iniziativa. L’asta ha generato un ricavato di circa 4mila euro, fondi destinati a sostenere il Centro Antiviolenza Fabiana di Corigliano–Rossano. Una dimostrazione tangibile di come la cultura possa essere un veicolo di cambiamento sociale e di sostegno a chi lotta contro la violenza di genere. Alcuni importanti partecipanti, come Wanda Ferro, Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Interno, Giusi Princi, Vicepresidente della Regione Calabria, e Simona Loizzo, Deputata e membro della Commissione bicamerale d’inchiesta sul Femminicidio, erano assenti per impegni istituzionali. Tra le figure presenti spiccava la Deputata Anna Laura Orrico, insieme a Anna Maria Bianchi, Assessore alla Cultura del Comune di Cassano, Alessia Alboresi, Assessore alla Cultura del Comune di Corigliano-Rossano, e Anna Liporace, Dirigente Scolastica dell’Erodoto di Thurii di Cassano. Particolarmente significativa la presenza di Anna Cipparrone, componente del Consiglio di Amministrazione del Parco di Sibari, Anita Minisci, rappresentante del mondo imprenditoriale, e l’avvocatessa Raffaella Accroglianò, attiva nel sostegno alle vittime di violenza. Un momento culminante dell’evento è stato l’asta delle cassette di legno contenenti reperti degli scavi degli anni ’70, alcune delle quali erano state trasformate in opere d’arte da donne che hanno svolto la funzione di banditrici. Il ricavato, superiore ai 4mila euro, sarà devoluto al Centro Antiviolenza Fabiana di Corigliano–Rossano. Il Centro, in collaborazione con il Parco di Sibari, è fortemente impegnato nell’organizzazione delle iniziative denominate #nonRompeteci contro la violenza di genere. In questo contesto, sono stati realizzati laboratori con gli studenti del primo biennio delle scuole superiori del territorio, volti a sensibilizzare sul tema della condizione femminile e della violenza di genere. Le attività includono lezioni, conferenze aperte al pubblico e una suggestiva mostra fotografica che esplora gli sguardi al femminile sul mondo. L’impegno manifestato da diverse personalità e istituzioni in questo evento sottolinea la necessità di unire le forze per contrastare la violenza di genere e promuovere una cultura di rispetto e uguaglianza. Il Museo Archeologico di Sibari si conferma così non solo come custode del passato, ma anche come luogo di riflessione e azione per un futuro più giusto e inclusivo.

Direttore DemmaVerso un cambiamento cultural

Filippo Demma, direttore del Museo Archeologico di Sibari, ha sottolineato l’importanza di affrontare la violenza di genere non solo come un fenomeno occasionale, ma come un problema culturale radicato. Ha affermato che la violenza di genere non può essere attribuita solo a atti impulsivi o a circostanze specifiche; piuttosto, è intrinsecamente legata a una mentalità che considera la donna come proprietà dell’uomo, una mentalità che nasce, cresce ed è educata attraverso una cultura che lo permette e talvolta lo promuove. Demma ha enfatizzato la necessità di un’azione culturale forte per cambiare questa mentalità. Il Museo ha collaborato con diversi partner istituzionali, tra cui il Centro Antiviolenza Fabiana di Corigliano Rossano e l’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, insieme ai comuni di Corigliano Rossano e Cassano allo Ionio. Questa collaborazione ha portato alla realizzazione di un intero anno di iniziative finalizzate a riflettere sulla violenza di genere e a finanziare il Centro Antiviolenza.  Soffermandosi sull’anno trascorso, Demma si è detto fiero della partecipazione delle persone al Parco, evidenziando il ritorno dei visitatori dopo la riapertura post-pandemia e le manutenzioni straordinarie. Ha sottolineato l’importanza di far sentire la gente libera e orgogliosa di appartenere a questo luogo, contribuendo a recuperare una coscienza storica e critica nel pubblico del Parco di Sibari.

On. Orrico: «40milioni ai centri antiviolenza»

Anna Laura Orrico, parlamentare del Movimento 5 Stelle, si è soffermata  sull’importanza di sostenere gli organismi che assistono le donne in difficoltà a causa della violenza. Ha evidenziato la necessità di un maggiore sostegno da parte dello Stato a tali strutture. Orrico ha riconosciuto il merito alle opposizioni in Parlamento, tra cui il Movimento 5 Stelle, che hanno collaborato per presentare un emendamento unico nella legge di bilancio. Questo emendamento destinerà 40 milioni di euro ai centri antiviolenza e alle associazioni che si occupano di prevenire la violenza di genere. «Che, però, continua la parlamentare, non è sostenuto dal Governo Meloni». Orrico ha poi affrontato la necessità di lavorare sulla cultura del rispetto e della parità di genere, sottolineando l’importanza di iniziare dall’educazione nelle scuole. Ha proposto l’introduzione dell’educazione all’affettività e alla sessualità per insegnare ai giovani fin da piccoli la cultura del rispetto e della gestione positiva delle relazioni.  Spesso le vittime lamentano un eccesso di garantismo nella fase preventiva da parte dei magistrati. La parlamentare ha riferito che il Movimento 5 Stelle è intervenuto su questo fronte con proposte di miglioramento, accorciando i tempi di intervento della giustizia su casi di stalking e rafforzando le restrizioni imposte a coloro che minacciano o molestano. Infine, Orrico ha elogiato il direttore del Museo Archeologico di Sibari, definendo la sua iniziativa come un messaggio positivo per la cultura della Calabria in rinascita. Ha evidenziato l’importanza di investire nella cultura per cambiare modelli stereotipati che ancora oggi vedono le donne considerate inferiori agli uomini e limitate a ruoli tradizionali.

Presidente Gioiello chiede un supporto maggiore agli organi di Stato

Antonio Gioiello, presidente di Mondiversi, ha esposto con entusiasmo la positività dell’asta di opere realizzate attraverso materiali di scarto, sottolineando il valore di questa iniziativa che segna l’avvio di una collaborazione tra il Centro Antiviolenza Fabiana e il Museo Archeologico di Sibari. Ha annunciato una programmazione strutturata per tutto l’anno, prevedendo molteplici momenti e occasioni di collaborazione. Gioiello ha affrontato la questione della violenza sulle donne, sottolineando che la lotta contro questo fenomeno richiede un cambiamento culturale. Ha evidenziato la necessità di promuovere attivamente questo cambiamento attraverso attività che coinvolgano la cultura, la storia e i musei. Mettere insieme il patrimonio storico, le tradizioni e l’arte può contribuire a promuovere relazioni basate sul rispetto reciproco, eliminando la violenza dai rapporti tra uomini e donne. Il presidente di Mondiversi ha sottolineato l’importanza di sostenere organismi come Mondiversi stessa, riconosciuta come una delle poche realtà in Calabria con una struttura organizzata per contrastare la violenza di genere. Ha elogiato l’alta qualificazione degli operatori e la varietà delle offerte, compresi il centro antiviolenza e le case rifugio per l’accoglienza e la protezione delle donne. Affrontando la questione dei costi, Gioiello ha ammesso che rappresentano un problema, ma ha evidenziato che iniziative come l’asta contribuiscono a sostenere finanziariamente il centro antiviolenza Fabiana. Ha rimarcato la necessità di un supporto maggiore dalla regione e dal governo, evidenziando la mancanza attuale di finanziamenti adeguati. Tuttavia, ha affermato che Mondiversi riesce a sopravvivere grazie a diverse fonti di finanziamento, inclusi contributi cittadini attraverso il 5 per mille e altre iniziative che forniscono la possibilità di continuare la loro importante opera.

 

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