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Biblioteca Alimena, un patrimonio unico affidato alle cure dei ricercatori Unical

giovani

La tutela della storica collezione è tra le attività dell’Istituto di studi penalistici Alimena, fondato in ateneo un anno fa. Il Centro ha ottenuto l’adesione di oltre 200 studiosi, provenienti da 29 diversi Paesi: ecco un primo bilancio

Quasi 3mila testi, tra volumi, raccolte di atti e documenti, che riuniscono buona parte delle pubblicazioni realizzate a cavallo tra ‘800 e ‘900 nell’ambito del diritto penale. È un vero tesoro quello custodito nella biblioteca che fu di Francesco ­Alimena, giurista calabrese, avvocato e deputato del Regno.

Una collezione unica nel suo genere – per la difficoltà di trovare riuniti in un solo corpus così tanti testi e per la rarità di alcuni dei volumi presenti – proseguita poi dal figlio Bernardino, che fu ordinario di diritto e procedura penale a Napoli, Cagliari e Modena, deputato e primo sindaco eletto della città di Cosenza, e dal nipote Francesco, anche lui professore di diritto penale a Cagliari e Trieste.

Ospitata all’interno del palazzo di famiglia, nel centro storico di Cosenza, la biblioteca – d’intesa con gli eredi – sarà valorizzata e resa fruibile dall’Istituto di studi penalistici ‘Alimena’, centro di ricerca interdipartimentale dell’Università della Calabria, diretto dal professor Mario Caterini.

Nel corso del suo primo anno di attività l’Istituto ha completato – a cura della professoressa Anna Rovella – una prima ricognizione del materiale d’archivio degli eredi Alimena e stilato un primo elenco di consistenza. Passi preliminari per ottenere dal ministero dei Beni e delle Attività culturali la dichiarazione di interesse culturale e sottoporre la biblioteca ai vincoli di tutela: la Soprintendenza archivistica e bibliografica della Calabria ha già riconosciuto l’interesse e l’importanza storica della collezione.

All’interno della biblioteca sono rintracciabili fondi del diritto antico e classico – dalle leggi di Hammurabi, in un’edizione di inizio ‘900 con prefazione e note di Bonfante, al diritto romano –, volumi di filosofia del diritto, storia del diritto, diritto penale e procedura penale, codici, scritti di criminologia, atti di processi e arringhe di avvocati celebri, atti di congresso. Alcuni volumi recano la dedica autografa dell’autore (è il caso di alcuni testi donati da Arturo Rocco, estensore del codice penale promulgato nel 1930) a Bernardino Alimena. Presente anche un’ampia sezione di atti e fonti del diritto internazionale.

La richiesta di tutela è stata estesa anche all’Archivio di famiglia, che custodisce la corrispondenza degli Alimena, con esponenti di rilievo della scena nazionale e internazionale, fotografie, appunti e riflessioni su temi del diritto penale. Mentre i testi ospitati dalla Biblioteca sono in buono stato di conservazione, i materiali dell’Archivio si presentano più fragili.

Tra le attività di tutela e valorizzazione della Biblioteca che saranno condotte dall’Ispa, è prevista la digitalizzazione delle opere. Si partirà dall’Archivio, per evitare che con il tempo lettere e manoscritti vadano perduti, e si andrà avanti con i testi rari e introvabili raccolti all’interno della Biblioteca, che potranno così essere messi a disposizione degli studiosi sul sito dell’istituto.

Le attività condotte dall’Ispa nel suo primo anno di attività non si fermano però al lavoro sulla Biblioteca Alimena. L’Istituto ha raccolto numerose adesioni: 233 studiosi, molti di particolare autorevolezza, afferenti a 103 Università di 29 diversi Paesi. Sono stati costituiti quattro gruppi internazionali di ricerca, che lavorano su tematiche interdisciplinari e di particolare interesse: diritto penale e religione, l’eutanasia, l’ergastolo, la percezione mediatica dell’insicurezza.

Ulteriori informazioni sugli scopi e sulle attività dell’Istituto di studi penalistici “Alimena” sono disponibili sul sito dell’Unical, accedendo alla pagina dedicata al Centro di ricerca.

 

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