Protesta davanti al punto vendita di una nota catena della distribuzione organizzata. Un gruppo di lavoratori ha deciso di fermarsi e farsi sentire dopo che, a seguito dell’iscrizione al sindacato, hanno visto stravolti i propri turni di lavoro. A seguire la vertenza è la Cgil. I dipendenti – con contratto part-time – chiedono l’applicazione delle ore previste dal contratto collettivo. Secondo quanto riportato, l’azienda avrebbe reagito modificando l’organizzazione dell’orario: da turni unici da quattro o cinque ore a spezzati distribuiti tra mattina e pomeriggio, con un incremento effettivo delle ore lavorate. La risposta dell’azienda è stata l’invio di lettere di contestazione con l’accusa di abbandono del posto di lavoro e la sospensione per cinque giorni. Una sanzione che, evidenziano dal sindacato, non rispetta la procedura prevista dall’articolo 7 dello Statuto dei lavoratori, che impone la convocazione formale e la possibilità di difesa prima di qualsiasi provvedimento disciplinare. Nonostante le lettere, i dipendenti si sono ripresentati regolarmente sul luogo di lavoro per riprendere le attività. Ma a quel punto – riferiscono – si sono trovati davanti l’ingresso sbarrato.
A bloccarli, raccontano, un dirigente della società. A quel punto è scattata la protesta. I lavoratori sono rimasti davanti al punto vendita, in presidio, esponendo cartelli contro quella che definiscono una condotta antisindacale e illegittima. La Cgil ha deciso di affiancarli e segue la vertenza, annunciando azioni legali a tutela dei lavoratori. Secondo il sindacato, il caso solleva interrogativi gravi su condizioni e diritti. Si tratta di dipendenti con contratto part-time, impiegati fino a otto o nove ore al giorno, ma retribuiti parzialmente. Chi ha chiesto il rispetto delle regole è stato punito, con un’aggressività inaccettabile, sottolinea un rappresentante della sigla sindacale. Al centro della contesa c’è la dignità del lavoro, ma anche il ruolo del sindacato e la libertà di associazione. «È un caso emblematico: si cerca di colpire chi decide di organizzarsi per far valere i propri diritti. Ma non ci faremo intimidire», conclude uno dei sindacalisti. Il presidio continuerà fino a quando non sarà ripristinata la situazione precedente e ritirate le sospensioni. La Cgil chiede il rispetto del contratto, l’annullamento dei provvedimenti disciplinari e la cessazione di comportamenti considerati ritorsivi.
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