Centrale di Rossano: Europa Verde/Avs denuncia tagli e licenziamenti “offensivi”. «Enel dichiari subito le sue intenzioni per il futuro del sito»

CORIGLIANO-ROSSANO (CS) – La gestione del sito dell’ex centrale termoelettrica di Corigliano-Rossano da parte di Enel è finita nel mirino di Europa Verde-Verdi/Avs. I portavoce regionale, Giuseppe Campana, e comunale, Fouad El Gorch, denunciano con fermezza nuovi “tagli indiscriminati” al personale e la cronica lentezza delle operazioni di smantellamento e bonifica.

I due esponenti di Avs esprimono indignazione per i metodi adottati dal colosso energetico: «Enel deve avere rispetto della dignità dei lavoratori. È impensabile, oltreché offensivo che si licenzi una persona con una telefonata, d’emblée, dalla sera alla mattina. Contestiamo i modi, perché certi atteggiamenti non sono più tollerabili».

Lavoratori dell’Indotto nell’Agitazione

La situazione ha generato un forte stato di agitazione tra le maestranze dell’indotto e le aziende che operano per conto di Enel, sia nella dismissione della centrale che nella manutenzione del verde. Una condizione che preoccupa decine di famiglie monoreddito, il cui sostentamento dipende da questi stipendi.

«Tutto questo accade mentre parti sociali e politica, a tutti i livelli, soprattutto regionale, sembrano sordi e ciechi. Visioni miopi che non fanno altro che ingrassare i problemi», denunciano Campana e El Gorch, richiamando alle proprie responsabilità anche i sindacati e i due assessori regionali del territorio.

Riconversione Fallita e Ritardi Cronici

Il comunicato solleva dubbi e interrogativi sul futuro del sito, un’area di 77 ettari fronte mare di potenziale interesse turistico. È stata infatti richiamata l’attenzione sul fallimento della riconversione: è saltata la gara da 15 milioni di euro per la produzione di idrogeno, un bando a valere sul Pnrr che era stato vinto e successivamente annullato dalla stessa Enel, il tutto nel silenzio della Regione.

I lavori di smantellamento della centrale, iniziati oltre dieci anni fa, assomigliano ormai alla “tela di Penelope”, protraendosi senza una fine apparente.

 

Il Mistero dell’Amianto e i Costi Immani

 

Un ulteriore elemento di preoccupazione è lo stop, durato ormai due anni, alla demolizione delle ciminiere, che si sarebbe dovuta concludere entro la prossima primavera. Il blocco è avvenuto a causa della “scoperta” di amianto nella mescola dei fumaioli.

I portavoce di Europa Verde sollevano un interrogativo tecnico cruciale: «Ci chiediamo e chiediamo a Enel, a questo punto, se un carotaggio preliminare per capire che tipo di materiale avrebbe “maneggiato” sia mai stato realizzato».

La gestione dell’emergenza amianto starebbe inoltre provocando costi stimati in 10 mila euro al giorno per il colosso energetico, necessari per mantenere in sicurezza la gru e i macchinari issati a 200 metri d’altezza, indispensabili per la demolizione dall’alto verso il basso che impedirebbe la dispersione delle polveri inquinanti nell’ambiente circostante.

«A questo si aggiungono i ritardi ormai cronici nello smantellamento e nella bonifica del sito ed ora ulteriori e nuovi tagli al personale. Enel faccia chiarezza, una volta per tutte e dica chiaramente alla città di Corigliano Rossano che ancora la ospita, cosa intende fare», concludono Campana e El Gorch, invitando la politica e i sindacati a tutelare gli “esclusivi interessi del territorio e delle maestranze”.

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