Che Gemma di libro! Padova e Venezia da vedere, leggere e ascoltare

«Questa era Venezia, la bella lusinghiera e ambigua, la città metà fiaba e metà trappola, nella cui atmosfera corrotta l’arte un tempo si sviluppò rigogliosa e che suggerì ai musicisti melodie che cullano in sonni voluttuosi».

Così T. Mann descrive la Serenissima, languidamente decadente, nel racconto lungo “La morte a Venezia”, da cui è tratto l’omonimo film di Visconti del 1971 con la colonna sonora di Mahler. Il libro va letto, il film visto, le sinfonie ascoltate. Senza dubbio alcuno. Gustav von Aschenbach, cinquantenne compositore di Monaco, alloggia all’Hotel des Bains al Lido; incontra un bellissimo adolescente polacco, Tadzio, verso il quale prova un’irresistibile e morbosa passione. S’instaura un rapporto di sguardi e gesti, mai di parole, alimentato dall’adulto con reminiscenze classiche e stratagemmi per apparire più giovane. Il colera arriva in laguna e, nel giorno in cui la famiglia dell’efebo parte, Aschenbach muore sulla spiaggia con negli occhi l’ultima immagine di Tadzio-Ermete psicagogo.

Vi porto in Veneto perché, non me lo so del tutto spiegare, ho deciso di buttarmi nella mischia carnascialesca tra le calli, prima e dopo un’immersione culturale a Padova.

Andiamo a W. Shakespeare e alla sua commedia in 5 atti “Il mercante di Venezia”: nel XVII secolo, Bassanio, giovane gentiluomo, vorrebbe la mano di Porzia, ricca ereditiera. Per corteggiarla, chiede prima a un usuraio (Al Pacino nell’omonima pellicola del 2004) e poi al carissimo amico Antonio, il mercante, 3.000 ducati in prestito. «L’uomo che non ha alcuna musica dentro di sé, che non si sente commuovere dall’armonia di dolci suoni, è nato per il tradimento». Le svariate peripezie non impediranno all’amore di trionfare.

Il veneziano doc T. Scarpa ha dedicato due testi interessanti al suo luogo natio: “Venezia è un pesce” e “Stabat Mater” (Premio Strega 2009). Il primo è una guida sui generis condita di aneddoti e un’inoppugnabile verità: «Vorresti assorbirla, amalgamarti, farne parte, sentirti avvolgere completamente da lei. Vorresti sentire Venezia addosso, sulla pelle. Sentirla tua»; il secondo narra la scoperta, da parte delle giovani orfane del settecentesco Ospedale della Pietà, delle sconfinate possibilità dell’arte.

Anche H. Pratt propone la sua originale esplorazione della città di Maltese in “Corto Sconto”: sette percorsi, per perdersi e ritrovarsi, ampiamente illustrati e ricchi di consigli pratici.

A Venezia si trovano, inoltre, “Il caffè dei piccoli miracoli” di N. Barreau, le “Fondamenta degli incurabili” di J. Brodskij («Il pizzo verticale delle facciate veneziane è il più bel disegno che il tempo-alias-acqua abbia lasciato sulla terraferma, in qualsiasi parte del globo»), “Il carteggio Aspern” di H. James (e dell’omonimo lungometraggio del 2018), “L’amante senza fissa dimora” di Fruttero e Lucentini. il collegio di “Follia docente” di F. Ervas. l’impossibile coppia di “Anonimo veneziano” di G. Berto (e dell’omonimo film di E. M. Salerno del 1970).

Gli addetti ai lavori, poi, ricorderanno che ci troviamo sul Canal Grande ne “Le ultime lettere di Jacopo Ortis” di U. Foscolo e “Il fuoco” di G. D’Annunzio (protagonista il poeta Stelio Effrena, da ex frenis “senza freni”).

Storiche e tardo-cinquecentesche, infine, le ambientazioni di “La lunga attesa dell’angelo” di M. G. Mazzucco e “Gli occhi di Venezia” di A. Barbero: i Turchi e la peste minacciano la porta d’Oriente, il Sant’Uffizio sospetta di chiunque e il Doge usa il pugno di ferro, il maestro Tintoretto sacrifica tutto per il proprio talento.

Padova ha dato i natali agli scrittori I. Nievo, A. Boito e Ruzzante e ha ispirato le opere di Dante e Petrarca (che muore nella vicina Arquà), Stendhal e Goethe, oltre che di Mantegna, Tiziano, Donatello, Veronese, Giotto (Cappella degli Scrovegni) e dell’autoctono Palladio. Dal piccolo aeroporto di San Pelagio, altresì, nell’estate del 1918 decollarono gli aeroplani dell’impresa “Volo su Vienna” del Vate esteta.

Per questa “culla” il Bardo compone “La bisbetica domata”, commedia in cinque atti in versi e in prosa: Petruccio, avventuriero veronese, sposa e soggioga per la dote l’intrattabile Caterina.

Nella tragedia “La duchessa di Padova” di O. Wilde, invece, Guido Ferranti, figlio del duca, cerca vendetta per la morte del padre.

Tra Padova e Venezia si dipana la storia de “La figlia unica”, titolo di commiato dell’israeliano A. Yehoshua, morto nel 2022: sviscera il tema dell’identità attraverso la dodicenne Rachele, famiglia metà ebrea metà cattolica.

Tutti i libri menzionati sono disponibili in diverse edizioni.

Oltre a quanto citato, per le scenografie installate nella città della Mostra del Cinema, suggerisco di vedere “Giordano Bruno” (regia di G. Montaldo, 1973, con Volonté), “Il Casanova di Federico Fellini” del 1976 e “Pane e tulipani” (regia di S. Soldini, 2000). A Prato della Valle potrete distinguere S. Loren e M. Mastroianni (in “La moglie del prete”, regia di D. Risi, 1971). Nelle stesse strade di Padova sono stati girati “Perdiamoci di vista” e “Viaggi di nozze” di C. Verdone e “Il gioco di Ripley” di L. Cavani.

La canzone d’autore, ça va sans dire, ha decisamente omaggiato la Serenissima. A Battiato rammenta Istanbul (“Venezia-Istanbul”), per Guccini riempie la testa di fatalità (“Venezia”), De Gregori immagina operai in gondola (“Miracolo a Venezia”), Fossati racconta una scena di seduzione (“J’adore Venise”), Conte ritrae una coppia che si fotografa in Piazza San Marco (“Tua cugina prima”), Aznavour l’avverte desolante se non si ama più (“Com’è triste Venezia”), Vecchioni riprende il capolavoro di Mann (“La bellezza”).

Gemma

N.B.: L’immancabile dedica è per il gruppo di “vagabondi” che mi accompagna in viaggio (Laura, Rossana, Silvano e Silvia).

Gemma Guido LIBRO

Che Gemma di libro! ~ ogni domenica su I&C

Gemma Acri Guido è nata a Cariati e cresciuta a Rossano. Ha poi cambiato casa e paese più volte di quelle in cui si è lasciata tagliare i capelli.
Dopo qualche anno nelle scuole del Cuneese, ora insegna Lettere al Liceo artistico di Ciampino. In precedenza è stata corrispondente de “Il Quotidiano della Calabria”, editor e correttrice di bozze. Le piace mangiare (anche se non si direbbe!), andare al cinema, viaggiare e camminare. Crede che i suoi genitori l’abbiano ormai perdonata per aver trasformato la loro casa in una biblioteca. E che l’ironia, i cani e la poesia salveranno il mondo. Oltre alla lettura, naturalmente!

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