Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

Città più brutta d’Italia? Corigliano-Rossano non ci sta!

La recente graduatoria che ha designato Corigliano-Rossano come la città più brutta d’Italia suscita molte riflessioni. Un giudizio, quello espresso, che appare ingeneroso e, probabilmente, figlio di criteri e metodi di rilevamento discutibili. Tuttavia, è opportuno andare oltre la mera contestazione e trasformare questa valutazione in uno stimolo per migliorare.

Ogni città possiede una sua bellezza intrinseca, un carattere unico che merita di essere valorizzato. Nel caso di Corigliano-Rossano, è evidente che il punto debole sia l’estetica urbana, l’arredo delle piazze, delle vie e dei quartieri. Da tempo è evidente la necessità di interventi mirati per arrestare il degrado, ravvivare i centri abitati con piante, verde pubblico e colori che infondano calore e accoglienza. Questa è una questione che tocca molte realtà italiane, non solo quelle classificate negativamente in una graduatoria.

Non è necessario ricorrere a interventi faraonici: spesso sono le piccole trasformazioni a fare la differenza. Una città può cambiare volto con semplici migliorie, come la cura delle aiuole, la manutenzione costante del verde pubblico, l’introduzione di arredi urbani esteticamente gradevoli e funzionali. Anche i quartieri più trascurati possono trasformarsi in spazi accoglienti grazie a un uso intelligente di colori e materiali.

Dobbiamo inoltre riflettere sull’importanza del coinvolgimento dei cittadini. Rendere una città più bella non è solo compito delle amministrazioni locali: è un processo che richiede partecipazione e sensibilità collettiva. Un quartiere che si prende cura di se stesso, che si organizza per mantenere ordine e decoro, diventa un simbolo di comunità e appartenenza.

Se da un lato questa graduatoria può risultare crudele, dall’altro lato ci offre un’occasione preziosa per prendere atto delle criticità e affrontarle con spirito costruttivo. Invece di respingere totalmente il giudizio, possiamo cogliere l’opportunità di invertire la rotta. Il miglioramento è possibile, e inizia da piccoli passi.

Corigliano-Rossano, come molte altre città, ha bisogno di un progetto di rinascita che metta al centro l’estetica e la vivibilità urbana. Un impegno condiviso tra cittadini e istituzioni, che restituisca dignità agli spazi e valorizzi il patrimonio culturale e ambientale. Perché ogni città può essere bella: basta volerlo, basta crederci. Certo, uno dei nodi cruciali è il lungomare colpito da cemento selvaggio e spesso antiestetico. Ecco perché è necessario intervenire non solo in chiave di riqualificazione ma anche di uno stop a nuovi insediamenti residenziali sulla costa.

Matteo Lauria – Direttore I&C

2 risposte

  1. Vorrei ricordare che la classifica lascia il tempo che trova e purtroppo molte persone la usano per attaccare la parte politica opposta, come se negli anni “loro” avessero costruito e vissuto in una città modello.
    Avete sempre vissuto nella cacca, ora qualcuno lo sta facendo notare, come lo noto io ogni volta che torno a casa in ferie.
    Arte, cultura e bellezza vanno a farsi fottere di fronte a quei personaggi che abitano nel centro storico di Corigliano. Sempre presenti e sempre più tamarri. “Ma tu u sa chini sugni ghia?” Iniziate a pensare, di fronte a cotanta cultura e bellezza, chi ha creato sti personaggi e come toglierli davanti ai cojoni e poi forse potremmo iniziare a parlare di classifica.
    Ah! A munnezza intri vinelli e in miezzo a strati china cià jetta? I turisti?
    Fatevi qualche domanda e datevi qualche risposta se ne siete capaci, altrimenti date la come sempre la colpa agli altri..

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati: