Corigliano Rossano. Operazione antimafia: 12 arresti, tra omicidi e atti intimidatori |VIDEO

Dietro le sbarre mandanti ed esecutori materiali dell’omicidio di Pasquale Aquino, il 57enne ucciso a colpi di pistola a Schiavonea nel maggio scorso.  Gli indiziati,  dovranno rispondere a vario titolo di omicidio, tentato omicidio aggravati dal metodo mafioso, di estorsioni, traffico di droga e danneggiamenti. Ma c’è anche un altro filone nell’inchiesta e riguarda il tentato omicidio avvenuto in contrada Pirro Malena a Corigliano Rossano nei confronti di un altro pregiudicato, il 39enne Cosimo Marchese meglio conosciuto come il “diavolo” colpito nei pressi della sua abitazione in contrada Pirro Malena. Contro la sua autovettura una scarica di pallettoni. L’uomo, tuttavia, riuscì a scamparsela. L’indagine di queste ore conferma lo spaccato allarmante della realtà delinquenziale vigente nella terza città della Calabria. Questa mattina è tornato in caserma da Crotone dove da poco è stato destinato, il tenente colonnello Raffaele Giovinazzo che ha lasciato da poco il Reparto Jonico. Fu lui a dare vita all’attività di indagine che oggi è culminata nell’emissioni di misure cautelari.  

Sono le 19.50, tra via Malaga e Viale Mediterraneo quando prende forma il piano criminale predisposto, secondo l’accusa da Piero e Giovanni Chiaradia, ritenuti i mandanti. Per gli investigatori l’esecutore materiale è Francesco Le Pera, supportato durante l’agguato da Giorgio Arturi e Manuel Intrieri che avrebbero svolto il ruolo di “palo” con il compito di avvisare dell’arrivo della vittima. Su Aquino vengono esplosi 7 colpi di pistola, di cui tre con una pistola Bernardelli calibo 7.65, uno dei quali si è rivelato mortale. L’uomo quella sera a bordo della sua bmw stava rincasando di rientro dalla cantina che abitualmente frequentava. Neanche il tempo di parcheggiare e di spegnere il motore che parte la scarica di fuoco. Il 57enne tenta, invano, di raggiungere l’abitazione ma gli attentatori gli danno il colpo di grazia.  A Pirro Malena,  Le Pera si sarebbe ripetuto tentando di fare fuori Cosimo Marchese. Contro la sua auto vengono sparati 5 colpi di fucile marca benelli calibro 12, ma l’obiettivo non viene raggiunto. Marchese ne esce indenne, viene trasferito in pronto soccorso a Rossano, dove i sanitari prestarono le prime cure. La ricostruzione degli eventi è stata supportata dall’utilizzo dei “trojan”, di intercettazioni ambientali e dall’utilizzo di servizi di videosorveglianza.  Tutto ruota attorno all’egemonia del potere nel mercato della droga: lotte intestine interne tra clan, auto incendiate, danneggiamenti. E poi il capitolo delle estorsioni tra i principali proventi dell’organizzazione.

 

 

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