CORIGLIANO-ROSSANO, – Nei giorni scorsi si è parlato, anche con comunicati stampa trionfali da parte dei nostri rappresentanti extracomunali, delle modifiche introdotte dal governo in materia di fusioni dei comuni, ed in particolare del prolungamento del contributo straordinario.
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![](https://informazionecomunicazione.it/wp-content/uploads/2022/06/Sindaco-Stasi-e1656436715814.jpg)
Francamente si tratta di una sconfitta spacciata per vittoria.
Nel combinato disposto dei provvedimenti, infatti, si stabiliscono tre cose: 1. Si prolungano i contributi straordinari per altri 5 anni (unica cosa positiva); 2. Si conferma il massimale di 2 milioni di euro l’anno per il comuni inferiori a 100 mila abitanti; 3. Si stabilisce un massimale di 10 milioni di euro l’anno per i comuni superiori a 100 mila abitanti.
Una vera beffa. Ho più volte ribadito che il massimale di 2 milioni è ridicolo e penalizzante per Corigliano-Rossano, vergognosamente sottodimensionato.
A prescindere dalle opinioni, lo dimostro coi numeri. Il medesimo contributo, anzi qualcosa di più nel riparto, è concesso per esempio ad altri 3 comuni: Valsamoggia (BO), Figline-Incisa (FI) e Montoro (AV), rispettivamente circa 31 mila abitanti, 23 mila abitanti e 19 mila abitanti. In pratica a questi tre comuni si è conferisce per 15 anni un contributo di 63 euro ad abitante per Valsamoggia, di 86 euro ad abitante per Figline-Incisa, di 104 euro ad abitante per Montoro. A Corigliano-Rossano sono stati conferiti circa 22 euro ad abitante, ovvero un contributo 3, 4 e 5 volte inferiore rispetto ad altri comuni. Non faccio paragoni sulla dimensione territoriale: sarebbe davvero come sparare sulla croce rossa.
Ma la assurdità di questo tetto massimo si misura anche con comuni ancora più piccoli. La vicina Casali del Manco, a cui auguriamo convintamente ogni bene ed il miglior sviluppo possibile, quest’anno ha diritto a circa 1,6 milioni di euro su 9.500 abitanti: circa 176 euro per abitante a fronte dei nostri 22. Non credo ci sia da aggiungere altro.
Se a questo aggiungiamo che il massimale ora viene enormemente rivisto per i comuni superiori a 100 mila abitanti, la beffa diventa ancor più grande. Che razza di criterio è? Non si tratta di una norma ti carattere amministrativo-burocratico, come quella del Direttore Generale, che impone una soglia, né si possono immaginare fusioni aritmetiche: questo è un contributo che deve avere carattere di proporzionalità ed invece continua ad essere ulteriormente sproporzionato. Una vergogna.
Ho sempre pensato e continuo a pensare che i vantaggi della fusione non sono di carattere finanziario, ma sono già evidenti e lo saranno sempre di più in termini di organizzazione del territorio, messa in rete delle risorse, prospettive di sviluppo e superamento dei limiti istituzionali, ma ciò non significa essere fessi.
Questi sono temi concreti di cui dovrebbe occuparsi con urgenza la nostra delegazione parlamentare, perché la città va difesa a prescindere dalle simpatie politiche delle amministrazioni, esattamente come noi sosteniamo ogni attività parlamentare che mira a migliorare l’assetto istituzionale del territorio, vicini o distanti dalle campagne elettorali.
Se a questo aggiungiamo che la Regione Calabria nelle due fusioni calabresi non ha messo una lira, a differenza di altre regioni che hanno previsto, così come imposto dalla norma, altrettanti contributi a favore dei comuni fusi, credo che il quadro sia completo. Per questo insisto nel dire che il governo regionale, proprio perché si appresta a discutere di ulteriori fusioni, deve mettere mano al portafogli ed adeguarsi alle altre regioni, recuperando anche l’arretrato, facendo la propria parte così come la normative le impone. Anche questo è un tema che credo non possa più essere ignorato dalle nostre rappresentanze regionali.
Si tratta di temi di carattere istituzionale che non possono risentire di divisioni politiche, che richiedono sinergia e difesa degli interessi della città e sui quali richiamo fortemente l’attenzione delle nostre rappresentanze.
IL SINDACO FLAVIO STASI