Disagi alla stazione di Sibari, i cittadini rischiano la faccia per salire sul treno

Rosa Silvana Abate denuncia l’inerzia politica: marciapiedi bassi, treni inaccessibili, alta velocità cancellata – Il 5 maggio, mentre il ministro Salvini annunciava con entusiasmo l’imminente avvio dei lavori per il Ponte sullo Stretto, a Sibari andava in scena l’ennesimo paradosso: i viaggiatori in arrivo sull’unico treno ad alta velocità a lunga percorrenza della fascia jonica – il Sibari-Bolzano – rischiavano seriamente di farsi male per scendere dal convoglio. A riportare la vicenda è Rosa Silvana Abate, ex senatrice e oggi rappresentante dell’associazione Schierarsi, che in un comunicato durissimo denuncia il totale abbandono della fascia jonica da parte delle istituzioni, locali e nazionali. «E sì, perché la Calabria delle cartoline e degli annunci roboanti non si tocca» – scrive con ironia e amarezza.

I marciapiedi non sono a norma dal 2019

La storia parte da lontano. Nel 2019, grazie all’impegno della stessa Abate e di alcuni tecnici del settore, fu attivata la tratta AV con Frecciargento Sibari-Bolzano. Non un Frecciarossa – precisa l’ex parlamentare – perché i marciapiedi della stazione di Sibari non sono a norma. Troppo bassi. Una situazione nota da anni, ignorata da tutti. «Rinnovo i miei ringraziamenti a chi si impegnò allora: il professor Musmanno, l’ingegner Attanasio e la dottoressa De Felippis. La scelta del Frecciargento fu fatta proprio per evitare disagi», spiega. Eppure, da più di due anni, i passeggeri sono costretti a salire e scendere dal treno con l’aiuto di altri o rischiando di cadere.

Nessun adeguamento, nessun intervento

«Se si doveva cambiare materiale rotabile, prima si doveva adeguare il marciapiede» scrive ancora Abate. Nulla di fatto. Nessun cantiere, nessun intervento. Tutto tace. E nel silenzio assordante – dice – non solo dei governi, ma anche dei parlamentari del territorio. «Scena dopo scena, ho visto persone di ogni età costrette a farsi aiutare per salire, o sollevate di peso per scendere dal treno. Una vergogna che nessuno vuole raccontare».

Mobilità cancellata: la beffa dei bus

Il quadro diventa più ampio. L’ex senatrice mette in fila due recenti decisioni del governo in merito alla mobilità sulla jonica: la modifica del progetto AV: invece del tratto Praia-Tarsia, si fa Praia-Paola, tagliando fuori l’entroterra orientale; l’accordo del 28 marzo 2025 che sancisce l’acquisto del ramo lunga percorrenza della Simet da parte di Busitalia Rail Service. Tradotto: l’intera mobilità da Rocca Imperiale a Crotone sarà gestita su gomma. Una prospettiva che – secondo Abate – «è una condanna per un territorio dimenticato, già povero di servizi, oggi completamente escluso dalla rete AV».

L’appello: “Salvini pensi alla jonica, non solo al ponte”

Il messaggio a Salvini è chiaro: «Invece di vantarsi dell’accordo con Simet, il ministro pensi a far completare l’elettrificazione della Sibari-Crotone e ad avviare l’adeguamento dei marciapiedi». RFI, ricorda Abate, è una partecipata statale: «Il governo deve rispondere del proprio immobilismo. Le nomine le fanno loro, la responsabilità è loro».

Una denuncia e una diffida

Le parole finali dell’ex senatrice sono inequivocabili: «Questo mio dire è una denuncia e una diffida. Chi ha il potere di intervenire lo faccia, prima che ci scappi il morto. Anche i cittadini della jonica hanno diritto a scegliere come muoversi, senza essere costretti a salire su un pullman per forza». Un richiamo alla dignità, alla sicurezza e al diritto alla mobilità per una parte di Calabria che da troppo tempo viaggia a rilento.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati: